Queste le conclusioni di uno studio pubblicato su Molecular nutrition and food research, realizzato dal Research group on biomarkers and nutritional & food metabolomics della Facoltà di farmacia e Scienze degli alimenti dell'Università di Barcellona e dal Ciber on fragility and healthy ageing (Ciberfes), in collaborazione con Università di Milano, Incra di Ancona e Quadram institute di Norwich.
La ricerca ha seguito 51 volontari ultrasessantenni di una Struttura residenziale per anziani suddivisi a ricevere per otto settimane, una dieta ricca in polifenoli (Pr), con abbondanza di tè verde, cioccolato extra-fondente, mele, mirtilli, melagrana, rispetto a una di controllo. Il disegno crossover ha previsto, dopo le otto settimane, lo stesso protocollo ma a gruppi invertiti.
Attraverso analisi fecali ed ematiche si sono misurati i livelli di sette metaboliti del triptofano. In aggiunta, si è proceduto a un’analisi della tassonomia dei batteri intestinali tramite esame fecale e a una valutazione ematica della proteina C reattiva, marker di infiammazione.
I risultati hanno messo in evidenza un forte incremento ematico di propionato, metabolita con proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e neuroprotettive, nonché un cambiamento nella popolazione batterica intestinale, in particolare nelle famiglie dei bacterioidi e dei clostridiali. L’incremento di propionato si è rivelato inversamente proporzionale a quello della proteina c-reattiva. Altro dato interessante: tutti questi benefici non si sono riscontrati nel sottogruppo con nefropatia.
“Il nostro studio mostra come l'interazione tra polifenoli e microbiota intestinale sia in grado di indurre la proliferazione di batteri con la capacità di sintetizzare metaboliti benefici come l'Ipa, un postbiotico con proprietà antiossidanti, antinfiammatorie e neuroprotettive che aiuta a migliorare la salute della parete intestinale”, commentano gli Autori. “Questo composto, pertanto, potrebbe contribuire alla prevenzione di alcune malattie legate all'invecchiamento. Ci ha sorpreso non osservare i medesimi benefici nelle persone con malattia renali, fenomeno spiegabile probabilmente con l’alterata composizione del microbiota intestinale in questa popolazione, considerato che già a inizio studio i nefropatici mostravano livelli di Ipa inferiori rispetto ai volontari con funzionalità renale normale. Si tratta di dati clinicamente rilevanti, dal momento che i bassi livelli di Ipa si correlano a rapido declino della funzione renale e a nefropatia cronica. Detto ciò, possiamo affermare con certezza che una dieta ricca di polifenoli è in grado di aumentare la produzione di Ipa andando a modificare la composizione del microbiota intestinale. Questo effetto, negli anziani, potrebbe rivelarsi utile nel ritardare o prevenire malattie croniche".
Nicola Miglino