Dolore idiopatico, confermate efficacia e sicurezza di acido lipoico ad alte dosi

03 Novembre 2021

Dallo scorso anno, su richiesta delle autorità danesi, la Commissione europea ha posto vincoli di sicurezza all’impiego dell’acido alfa lipoico (Ala) ad alte dosi negli integratori. La decisione ha diviso gli scienziati, molti dei quali ritengono che non vi siano dati scientifici a sostegno di questo provvedimento. Intanto, un contributo al dibattito viene da uno studio clinico italiano, coordinato da Maria Daglia, docente di Chimica degli alimenti all’Università Federico II di Napoli, pubblicato di recente su Biomedicine & Pharmacoterapy e che ha sondato efficacia e sicurezza di Ala nella gestione del dolore idiopatico.

P.ssa Daglia, da quali presupposti nasce la vostra ricerca?

Ala, come è noto, è una sostanza ammessa negli integratori alimentari senza limiti di apporto. Nel 2020 la Commissione europea ha applicato all’acido lipoico l’articolo 8 del  Regolamento (CE) N. 1925/2006 del Parlamento europeo e del Consiglio che, in breve, dice che se una sostanza diversa dalle vitamine o dai minerali è aggiunta agli alimenti o è utilizzata nella loro produzione in condizioni tali da comportare l'assunzione di quantità ampiamente superiori a quelle che comunemente si possono assumere con una dieta equilibrata e varia, e/o tale sostanza può rappresentare un rischio potenziale per la salute dei consumatori, la Commissione, sentito il parere di Efsa, può decidere di inserire tale sostanza nell’allegato III del Reg 1925/2006 e vietarne l’uso, oppure concederne l’uso a determinate condizioni, oppure porre la sostanza sotto monitoraggio, se permane il dubbio che la sostanza possa essere nociva per la salute.

Nel caso dell’acido lipoico, la richiesta dell’applicazione dell’articolo 8 è partita dalle autorità danesi che si sono basate sui dati di letteratura tra cui, in particolar modo, quelli derivanti da due studi di tossicità condotti, nel 2006, su animali da esperimento che concludevano che la Noael (No-observed-adverse-effect level, ndr) per l’acido lipoico nel ratto era pari a circa 60mg/kg di peso corporeo/die. Sulla base di tale dato le autorità danesi concludevano che la Noael per l’uomo era pari a 42mg/die, valore circa 10 volte inferiore all’apporto di acido lipoico con gli integratori alimentari.

Come si arriva a questo valore di Noael per l’uomo?

Per ottenerla si usa dividere quella calcolata per l’animale da esperimento, in questo caso il ratto, per un fattore di incertezza che tiene conto della variabilità inter e intraspecifica pari a 100. Pertanto, dividendo la Noael di 60 mg/kg di peso corporeo del ratto/die per 100 si ottiene 0,6mg/kg di peso corporeo uomo/die. Quindi, moltiplicando 0,6mg/kg di peso corporeo uomo/die per 70 kg, peso medio dell’uomo, si ottengono 42 mg/die. 

Tale dato è estremamente conservativo e non tiene in alcun modo conto dei risultati di numerosissimi studi clinici che, nel valutare l’efficacia dell’acido lipoico alle concentrazioni comunemente impiegate negli integratori alimentari, variabili dai 400 a 1.200 mg/die, nei confronti di numerosi target, ne hanno dimostrato anche la sicurezza e l’elevata tollerabilità. Tuttavia, l’obiezione fatta dalle autorità danesi riguardava proprio il fatto che nessuno di questi studi clinici aveva come outcome primario dello studio clinico la sicurezza. Abbiamo dunque deciso di condurre questo studio clinico considerando la sicurezza dell’acido lipoico come un outcome primario per verificare se l’assunzione alle dosi impiegate negli integratori alimentari induceva effetti avversi oppure era ben tollerata.

Ci descrive la tipologia di studio condotta?

Il trial clinico svolto è uno studio monocentrico, randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo in cui sono stati reclutati 210 soggetti normoglicemici affetti da dolore idiopatico, cioè a eziologia non nota, che necessitavano di un trattamento del dolore alternativo agli antidolorifici, in quanto non potevano o non volevano assumere questa tipologia di farmaci. I 210 partecipanti sono stati divisi in tre gruppi da 70 soggetti ciascuno: G1, 800 mg/die di Ala; G2, 400 mg/die di Ala, placebo. La durata complessiva del trial clinico è stata di sei mesi e i partecipanti sono stati sottoposti a due visite, una iniziale, definita T0 e una dopo due mesi, T1.

Per quanto riguarda la sicurezza, è stata valutata la glicemia plasmatica a digiuno in quanto l’acido lipoico nei soggetti iperglicemici ha un effetto ipoglicemizzante, e quindi si è voluto valutare se l’assunzione di acido lipoico in soggetti normoglicemici potesse causare ipoglicemia. Inoltre, sono state monitorate le funzionalità epatica e renale valutando i livelli di creatinina, transaminasi glutammica piruvica e transaminasi glutammica ossalacetica.  Per quanto riguarda l’efficacia, sono stati somministrati due questionari: la scala numerica per la valutazione del dolore, Nrs, e la scala visiva analogica, Vas.

Che risultati avete potuto osservare?

Per quanto riguarda la sicurezza di Ala, non è stata trovata alcuna variazione significativa della glicemia a digiuno fra i due tempi nei diversi gruppi. Le attività renale ed epatica sono rimaste invariate a seguito del trattamento. Infine, durante i due mesi, nessun soggetto ha riportato effetti collaterali dovuti alla somministrazione di Ala. Per l’efficacia, i dati mostrano come le due variabili risposta Nrs e Vas diminuiscono da T0 a T1 in modo statisticamente significativo nei gruppi G1 e G2, mentre nel gruppo placebo non sono state registrate differenze statisticamente significative.

Quali conclusioni se ne possono trarre?

La gestione del dolore idiopatico rappresenta una vera e propria sfida per il medico dal momento che non può trattare la causa che provoca il dolore ma può solo ridurlo a seguito della prescrizione di farmaci sintomatici che però possono, in alcuni casi, avere una ridotta efficacia ed effetti secondari gravi. In assenza di diagnosi, come avviene nel caso del dolore idiopatico, l’assunzione di Ala come integratore alimentare può essere considerata una valida alternativa per il trattamento del dolore in considerazione della elevata sicurezza se comparata con gli analgesici comunemente usati per il trattamento del dolore.

Un contributo, dunque, al dibattito sull’uso dell’acido lipoico ad alti dosaggi?

Poiché questi risultati vanno ad aggiungersi a quelli di numerosi studi clinici, revisioni della letteratura e metanalisi che testimoniano nell’uomo la sicurezza dell’acido lipoico alle dosi impiegate negli integratori alimentari, penso che tali risultati sicuramente possano aggiungere elementi al dibattito in corso in quanto dimostrano la sicurezza dell’acido lipoico sia alla dose di 400mg/die sia a quella di 800mg/die.

Nicola Miglino

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