In circa due anni, si registra complessivamente una diminuzione dei consumi e della spesa dei farmaci in Nota di circa il 21% (quasi 140 milioni di euro) rispetto ai periodi precedenti, sia in termini di confezioni erogate, sia di spesa sostenuta dal Ssn, con un risparmio medio mensile di circa 5,5 milioni di euro. Se guardiamo, però, solo gli ultimi 13 mesi, il risparmio medio mensile ottenuto nelle Atc in nota è di 4 milioni di euro.
Non si osservano, sottolinea Aifa, importanti aumenti dei consumi e della spesa di altri analoghi della Vitamina D non oggetto della nota: in termini percentuali vi sono piccole variazioni in aumento, il cui valore in termini assoluti è decisamente inferiore all’ammontare economico e di confezioni movimentati dalle Atc oggetto della nota.
La classe di età 40-60 anni è quella che ha fatto registrare la maggiore riduzione dei consumi, soprattutto tra le donne. Dai dati presentati, dopo 25 mesi la nota sembra iniziare a perdere di efficacia, se confrontata coi primi momenti della sua applicazione.
A livello regionale la situazione è molto eterogenea: si osservano Regioni più virtuose (Piemonte, P.A. Bolzano, Veneto, Liguria, Toscana, Lazio), che registravano spesa e consumi inferiori alla media nazionale già prima del provvedimento e che continuano a beneficiare degli effetti della Nota 96 e Regioni come Campania, Molise e Sardegna nelle quali si registra una ripresa dei consumi. (n.m.)