Named Group acquisisce Life, pioniera nelle verdure fermentate

22 Giugno 2024

Named Group acquisisce LIFe Laboratorio Italiano Fermentati, azienda italiana pioniera nella produzione di verdure biologiche fermentate spontaneamente. Il Gruppo amplia così il proprio portfolio prodotti, che già conta integratori, nutraceutici, dispositivi medici e kit di analisi del microbiota, con una linea di alimenti vegetali biologici fermentati spontaneamente non pastorizzati.

“Con l’ingresso di LIFe nella sempre più numerosa famiglia Named Group, saremo in grado di ampliare ulteriormente la nostra offerta con alimenti vegetali fermentati spontaneamente, grandi alleati della salute e della longevità”, afferma Alessio Romitelli, Deputy Ceo di Named Group.

Ed è proprio il supporto che tali alimenti apportano alla biodiversità del microbiota intestinale a essere al centro della recente riscoperta e valorizzazione in termini salutistici degli alimenti fermentati.

Agli albori del secolo scorso, il biologo e immunologo premio Nobel russo Élie Metchnikoff scoprì che le colture di batteri dell’acido lattico nel cibo fermentato producevano “corpi disinfettanti” benefici per l’ospite umano, attribuendo la lunga vita dei contadini bulgari al loro alimento base: il latte inacidito.

Da allora si sono moltiplicati gli studi scientifici sugli effetti positivi degli alimenti fermentati sul benessere dell’uomo ed è cresciuto l’interesse di nutrizionisti e consumatori verso questo tipo di cibi. Parliamo di alimenti che hanno subito una trasformazione voluta a carico di microrganismi, come lieviti e batteri. “Molti alimenti che mangiamo o beviamo quotidianamente sono alimenti fermentati come, per esempio, il pane, il vino, lo yogurt e i formaggi”, sottolinea Named in una nota. “Esistono, poi, alimenti fermentati meno comuni e in parte provenienti da tradizioni culinarie diverse dalla nostra, che oggi riscuotono molto successo e interesse dal punto di vista scientifico, tra cui il kefir, il kombucha e le verdure fermentate. I meccanismi attraverso i quali questi alimenti possono apportare benefici includono uno o una combinazione di elementi, tra cui: il valore nutrizionale diretto degli alimenti fermentati, compresi i composti bioattivi, prodotti come conseguenza del processo di fermentazione; la fornitura di nutrienti per promuovere l’equilibrio dei microbi intestinali indigeni; la capacità dei microbi negli alimenti fermentati di sopravvivere al transito gastrico e di diventare una componente del microbioma intestinale o di inibire/competere con i membri esistenti del microbioma intestinale. Le verdure di LIFe vengono trasformate dai batteri lattici naturalmente presenti nella matrice. La fermentazione, sapientemente controllata dai biologi fermentatori attraverso la creazione di un ambiente selettivo, rende possibile la conservazione delle verdure, ne amplifica il sapore rendendole piacevolmente acide e ne migliora notevolmente le proprietà, grazie alla presenza di fermenti”.

Così Flavio Sacco, PhD in Biodiversità e Evoluzione, co-fondatore di LIFe e responsabile della Produzione e della R&S : “Il mio obiettivo è dimostrare al mondo che i microbi sono una parte bella e necessaria della vita di tutti i giorni e che esiste, confermata da studi scientifici che si stanno moltiplicando, un’influenza positiva dei cibi fermentati sul benessere di quell’organo che si conferma ogni giorno di più fondamentale per la saluta fisica e mentale di ciascuno: il microbiota intestinale”.

Secondo Livia Galletti PhD in Scienze antropologiche Biologia dell’uomo, delegata nazionale nutrizione del Comitato centrale Federazione nazionale degli ordini dei biologici “Una pietra miliare nell’ambito della letteratura scientifica relativa a questo argomento è il primo studio prospettico, randomizzato, condotto dai ricercatori della School of medicine della Stanford University che ha dimostrato come la  dieta a base di alimenti fermentati come kefir, latticini, kimchi, kombucha, verdure fermentate e bevande a base salamoia vegetale fermentata, rispetto a una dieta ricca di fibre, porti a un aumento della biodiversità del microbiota intestinale”.

In questo studio pubblicato su Cell. nel 2021 gli esperti hanno seguito 18 individui sani, divisi in 2 bracci con differenti diete, per 17 settimane: un gruppo ha seguito una dieta ricca di cibi e bevande fermentate, l’altro una ricca di fibre. Durante questo periodo di tempo sono state effettuate misurazioni del microbiota e dell’ospite, ivi compresa un’ampia profilazione immunitaria. La biodiversità del microbiota intestinale delle persone che seguivano una dieta ricca di alimenti fermentati è significativamente aumentata nell’arco di sole 10 settimane, con effetti proporzionalmente maggiori all’aumentare della quantità di cibi fermentati consumata e si è mantenuta nel periodo di quattro settimane durante il quale i partecipanti potevano mantenere qualsiasi livello di assunzione di cibo fermentato desiderassero.  Parallelamente, una dieta ricca di fibre non ha scaturito cambiamenti significativi.

Di fronte a processi produttivi industriali che hanno marginalizzato nel tempo la cultura della fermentazione naturale, appiattendo gusti e biodiversità alimentare, la mission di LIFe - si sottolinea in una nota – è, quindi, stimolare le persone affinché si avvicinino nuovamente ai cibi fermentati e non pastorizzati, al fine di promuovere un’alimentazione più salutare e sostenibile per l’ambiente. (n.m.)

 

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