“La comunicazione - sottolinea l’Iap - propone l’integratore come un aiuto concreto per il sistema immunitario con un diretto riferimento alla sua azione sul coronavirus che troverebbe dimostrazione in un recente studio scientifico, citato nel messaggio, per accreditarne l’efficacia. Il messaggio attribuisce inequivocabilmente al prodotto pubblicizzato caratteristiche ed effetti suscettibili di generare erronee aspettative nel consumatore, che indubbiamente nella situazione attuale risulta più esposto dal punto di vista emotivo e quindi meno propenso a esercitare un adeguato filtro critico. La comunicazione in questione, infatti, è tale da poter accreditare, ingiustificatamente, il prodotto come strumento di prevenzione per l’attuale situazione sanitaria di emergenza, potendo altresì abbassare, o orientare non correttamente, il senso di vigilanza da parte del pubblico. Inoltre, risulta scorretto il riferimento diretto a studi di letteratura scientifica che il pubblico non è in grado di valutare criticamente e che vengono pertanto unicamente utilizzati per accreditare scientificamente il prodotto, non essendo la comunicazione commerciale la sede deputata a tale verifica”.