Celiachia, relazione al Parlamento: crollo diagnosi a causa della pandemia

23 Febbraio 2022

La pandemia, tra i tanti danni, ha anche tenuto nascosti molti casi di celiachia se è vero che, come emerge dalla Relazione al Parlamento 2020 appena pubblicata dal ministero della Salute, nel 2020 sono state effettuate 7.729 diagnosi contro le 11 mila dell’anno precedente.

“Il 2020 è stato un anno particolare, dove l’epidemia da Covid-19 ha reso difficile l’accesso alle diagnosi e alle cure ma, nonostante questo, in Italia sono state eseguite circa 7.729 nuove diagnosi di celiachia”, dice Roberto Speranza nella prefazione. “Per garantire la dieta senza glutine anche in piena pandemia, il Ministero ha provveduto a supportare le Regioni nella gestione dei celiaci fuori sede e a confezionare, in collaborazione con il ministero dell’Economia e delle Finanze, la bozza della norma che ha come obiettivo l’acquisto dei prodotti senza glutine al di fuori della regione di residenza o del domicilio sanitario del paziente celiaco e la spendibilità del buono in tutti i canali di vendita. Per favorire una corretta alimentazione anche fuori casa, il ministero della Salute ha continuato a impegnare e distribuire i fondi statali per garantire i pasti senza glutine nelle mense e la formazione degli operatori del settore alimentare. Le attività di tutela della salute non si sono mai fermate grazie al costante lavoro di collaborazione tra istituzioni, associazioni e imprese che ogni giorno, e senza sosta, contribuiscono a salvaguardare la salute di tutti”.

Dai dati raccolti risulta che in Italia i celiaci siano 233.147, di cui il 66% donne. Le regioni che in assoluto registrano più casi sono la Lombardia (42.440), il Lazio (23.633) e la Campania (22.542), mentre nel 2020 la prevalenza più elevata si è registrata nella PA di Trento, in Valle D’Aosta e in Toscana con lo 0,49%, seguite dalla Sardegna con lo 0,48%.

Osservando l’andamento nell’ultimo quadriennio (2017, 2018, 2019 e 2020) la media annuale di diagnosi che si registra è di 8.680.  Nel 2020 il Ssn ha speso € 209.688.912,20 per l’acquisto dei prodotti senza glutine con un contributo pro-capite medio di circa 1.000 €.

Così si chiude il documento: “La celiachia è una malattia cronica a rischio di complicanze dove il costo della prevenzione è di gran lunga più affrontabile rispetto ai costi necessari per ricoveri e cure. Sulla base di questi presupposti l’Italia ha scelto di investire sul percorso diagnostico e di supportare il celiaco nel follow-up della malattia e nella dieta senza glutine. Si tratta di una sfida ambiziosa e ardua considerato il numero sempre crescente delle diagnosi e le difficoltà di assicurare un sistema di assistenza omogeneo sul territorio. Nel 2020 la pandemia ci ha dimostrato che la capacità di prendersi cura in maniera efficace dei più fragili appartiene a sistemi sanitari che funzionano e in cui operano professionisti preparati e competenti. Per non tradire le aspettative e affrontare al meglio le sfide future è necessario, dunque, rimboccarsi le maniche”.

Nicola Miglino

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