P.ssa Pellegrini, da quali premesse nasce l’idea del vostro lavoro?
Sappiamo che l’unica terapia per la celiachia è rappresentata dall’esclusione totale del glutine dall’alimentazione. Tuttavia, l’aderenza a questa dieta non è sempre facile per vari motivi. Numerosi studi scientifici hanno mostrano dati, anche molto eterogenei tra loro, di aderenza alla dieta senza glutine tra i celiaci, ma nessuno di questi riporta dati ottenuti da un campione ampio rappresentativo tutte le classi di età. Da qui nasce il nostro studio che si è occupato di monitorare le abitudini di pazienti celiaci riguardo la dieta senza glutine, analizzando separatamente le diverse classi di età. Il principale punto di forza dello studio è proprio quello di aver rilevato e descritto le abitudini di un ampio campione di pazienti celiaci, ponendo particolare attenzione ai temi della trasgressione, delle preoccupazioni e delle limitazioni percepite riguardo la dieta senza glutine.
Che tipo di studio avete condotto?
Il lavoro si configura come uno studio osservazionale e trasversale. Descrive quindi le caratteristiche del campione di 3.529 pazienti celiaci, stratificato per classi di età, che ha compilato il questionario online tra febbraio e luglio 2022. Inoltre, la collaborazione tra l’Università degli Studi di Udine e l’Associazione italiana celiachia, che, a partire dal 2011, ha periodicamente condotto sondaggi rivolti alla popolazione di celiaci, ha permesso di mettere a confronto le risposte date alle stesse domande a distanza di circa un decennio, per valutarne l’andamento nel tempo. Il questionario utilizzato in questo studio è stato modificato a partire da quello utilizzato nei precedenti e comprende domande su: dati personali, abitudini alimentari, limitazioni e preoccupazioni, alimenti senza glutine, aderenza alla dieta, iscrizione a Aic.
Quali evidenze sono emerse dall’analisi dei dati?
I risultati, per quanto riguarda l’aderenza alla dieta senza glutine, sono incoraggianti. Mostrano, infatti, che il 91% dei pazienti non ha mai trasgredito la dieta senza glutine nell’ultimo mese, contro l’86% nel campione del 2011. È diminuita anche la percentuale di pazienti che dichiarano di essere tentati di trasgredire. I più frequentemente tentati sono i bambini, i preadolescenti, gli adolescenti e i giovani adulti. Nonostante ciò, i bambini sotto i 10 anni e, sorprendentemente, gli adolescenti, mostrano le più alte percentuali di aderenza rigorosa nell’ultimo mese, pari al 94%. Interessante notare che, nonostante sia visibile un miglioramento per quanto riguarda l’aderenza e la preoccupazione per lo stato di salute rispetto a 10 anni fa, risulta aumentata la percentuale di pazienti che dichiara di limitare la sua vita sociale a causa della celiachia. I giovani adulti sono il gruppo meno aderente e che risente maggiormente delle preoccupazioni dovute alla dieta senza glutine.
Quali i limiti dello studio?
Il limite principale di questo studio risiede nell’utilizzo di un questionario autosomministrato per rilevare l’aderenza alla dieta senza glutine. Nonostante ciò, per il monitoraggio su larga scala a scopi comparativi, anche le linee guida internazionali suggeriscono l’utilizzo di questionari, poiché la biopsia duodenale, che è il metodo di riferimento per la valutazione dell’aderenza, è invasivo e per questo non sempre praticabile. Altre limitazioni derivano: 1) dal reclutamento del campione, effettuato tramite i canali social dell’Aic, che potrebbe aver selezionato i pazienti più sensibili e più informati sul tema; 2) dalla mancata disponibilità dei dati grezzi relativi al sondaggio condotto nel 2011, che non ci ha permesso di applicare metodi statistici più complessi nel confronto tra i due questionari somministrati a distanza di un decennio.
Quali conclusioni se ne possono trarre?
La nostra analisi sottolinea l’importanza di monitorare periodicamente l’aderenza e le tendenze dei pazienti celiaci rispetto alla dieta senza glutine. Un monitoraggio sistemico, infatti, può essere estremamente utile allo scopo di focalizzare le risorse dove sono più necessarie. A questo proposito, lo studio ha identificato i giovani adulti come il gruppo che potrebbe beneficiare maggiormente di interventi mirati per aumentare l’aderenza alla dieta e per conoscere gli effetti deleteri di una mancata aderenza. I risultati hanno, inoltre, evidenziato che la maggior parte dei pazienti non si affida a dietologi, dietisti o nutrizionisti per ottenere informazioni sulla dieta senza glutine, ma si informano sui canali online, principalmente Aic. Una riorganizzazione delle visite di controllo, che dovrebbero secondo le linee guida internazionali includere una consulenza con uno specialista della nutrizione, potrebbe quindi essere una strategia importante non solo per monitorare l’aderenza dei pazienti, ma anche per aumentare la consapevolezza dell’importanza di seguire rigorosamente la dieta senza glutine a prescindere dalla tipologia di sintomi manifestati.
Nicola Miglino