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Bevande zuccherate, nel mondo è boom di consumi

29 Gennaio 2024

Cresce il consumo di bevande zuccherate nel mondo, anche se con parecchie differenze a seconda di area geografica e istruzione. A segnalarlo, uno studio pubblicato sulla rivista Nature Communications e condotto da ricercatori della Friedman school of Nutrition science and policy.

Si parla di un aumento del 16% in 28 anni, dopo aver preso in esame i dati delle rilevazioni ufficiali di 185 Paesi degli anni 1990, 2005 e 2018. L’attenzione si è concentrata su soft drink, succhi e bevande analcoliche a base di frutta, energy drink e limonate che contengono più di 50 calorie per porzione (pari a 236 millilitri).

I consumi variano ampiamente a seconda della regione del mondo. Per esempio, nel 2018, il consumo medio per persona è risultato di 2,7 porzioni di bevande zuccherate a settimana, passando da picchi di 7,8 porzioni a settimana in America Latina e nei Caraibi a livelli bassissimi, pari alle 0,7 nell’Asia meridionale.

Più abituali sono gli uomini rispetto alle donne e i giovani rispetto agli anziani. Nell’Africa Sub Sahariana, nell’Asia del Sud e nell’America del Sud, bere una bevanda zuccherata è appannaggio delle classi sociali più elevate, mentre in Medio Oriente e in Africa del Nord la tendenza è opposta.

I più forti consumatori sono gli adulti altamente istruiti delle aree urbane dell’Africa sub-sahariana (12,4 porzioni a settimana) e dell’America Latina/Caraibi (8,5 porzioni a settimana), mentre, a livello di singoli Paesi, spiccano Messico (8,9), Etiopia (7,1), Stati Uniti (4,9) e Nigeria (4,9), rispetto a India, Cina e Bangladesh (0,2 ciascuno).

L’Italia, si colloca nella fascia che consuma dalle 1,5 alle 3,5 porzioni a settimana.

Secondo gli Autori, il successo delle bibite nei Paesi più poveri deriva da una serie di fattori che vanno dalla pubblicità, che porta a identificare il consumo di bevande zuccherate con il prestigio sociale, alla scarsità di accesso all’acqua, fino alle strategie di penetrazione delle fasce più giovani della popolazione.

“Questi risultati suggeriscono che è necessario fare di più, soprattutto per quanto riguarda le misure preventive come le regolamentazioni della pubblicità, l'etichettatura alimentare e le tasse sulle bibite gassate", sottolinea la prima autrice Laura Lara-Castor. "Nonostante gli sforzi per diminuire il loro appeal, l'assunzione di bevande zuccherate è aumentata negli ultimi decenni", afferma Dariush Mozaffarian. "Alcune popolazioni sono particolarmente vulnerabili, e i nostri risultati forniscono evidenze per informare la necessità e il design di politiche nazionali e più mirate per ridurne il consumo in tutto il mondo".

L’attenzione degli Autori si concentrerà ora sul ruolo di altre bevande zuccherate come i tè freddi, le diverse tipologie di caffè e di latte aromatizzato.

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