Studio inglese promuove colecalciferolo (D3) nell’azione su sistema immunitario

03 Marzo 2022

Uno studio condotto in collaborazione tra le Università del Surrey e di Brighton, pubblicato su Frontiers in immunology, comincia a fare chiarezza sulla differente azione esercitata a livello immunitario dalle due forme chiave della vitamina D, la D2 (ergocalciferolo) e la D3 (colecalciferolo). Della vitamina D è ben conosciuto il ruolo nell'omeostasi del calcio e nel mantenimento della salute ossea. Tuttavia, sta emergendo con sempre maggiore evidenza anche un’azione extra-scheletrica, in particolare a livello del sistema immunitario.

D2 e la D3, le due forme più importanti di vitamina D presenti nel nostro organismo, sono molto simili dal punto di vista della struttura chimica. I ricercatori inglesi, però, hanno scoperto che, contrariamente a quanto oggi si ritenga, gli effetti sull’organismo non sono gli stessi.

La ricerca fa seguito a una precedente in cui 335 donne sono state suddivise in tre gruppi randomizzati a ricevere, per 12 settimane, 15 µ/die di D2, D3 o placebo. In circa un centinaio di queste, il nuovo studio ha preso in esame, attraverso analisi di campioni di sangue, l’espressione di alcuni geni legati all’immunità. Nello specifico, sono stati dosati campioni di mRna, ovvero il cosiddetto trascrittoma, che identifica la quantità di trascritto rispetto al numero di geni presi in considerazione dall’analisi.

I risultati evidenziano come la supplementazione con la forma D3 sembri portare a una down-regulation nell'attività di geni coinvolti sia nella risposta immunitaria innata, sia in quella adattativa, favorendo uno stato più tollerogenico. In particolare, poi, solo la vitamina D3 si è mostrata in grado di stimolare l'espressione genica associata all'attività degli Interferoni I e II, fondamentali per la risposta innata alle infezioni batteriche e virali.

"Dalla nostra ricerca emerge come la vitamina D3 sembri stimolare l’attivazione di sistemi di segnale legati all’attività dell'interferone di tipo I nel nostro organismo, una parte fondamentale del sistema immunitario che fornisce una prima linea di difesa contro batteri e virus”, sottolinea Colin Smith, ricercatore dell’Università di Brighton e coordinatore dello studio.  

Susan Lanham-New, coautrice dello studio e capo del Dipartimento di Scienze della Nutrizione dell'Università del Surrey: "Sebbene abbiamo scoperto che la vitamina D2 e ​​la D3 non hanno lo stesso effetto sull'attività genica, la sorprendente mancanza di impatto riscontrata per la D2 significa che è urgente uno studio più ampio per chiarire queste differenze. Detto ciò, i risultati mostrano che la vitamina D3 è la forma in assoluto da preferire negli alimenti fortificati e negli integratori”.

Nicola Miglino

 

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