Di che si tratta, esattamente? Come noto, esistono già cultivar di pomodoro viola prodotte mediante tecniche di selezione e miglioramento genetico al fine di ottenere, dai frutti, la produzione di grandi quantità di antociani, responsabili della colorazione scura di molti frutti blu o viola, come le more e i mirtilli. Qui, però, parliamo di pomodori geneticamente modificati, con quantità di antocianine molto più abbondanti. Si tratta del frutto della ricerca di due scienziati inglesi, Jonathan Jones e Cathie Martin, che hanno fondato una società chiamata Norfolk plant sciences (Nps), spin-off del John Innes Centre e del Sainsbury Laboratory, la quale ora è proprietaria del brevetto che ha ottenuto il via libera in Usa.
Jones e Martin, con studi iniziati nel 2008, hanno ottenuto i pomodori viola utilizzando tecniche di ingegneria genetica, introducendo geni provenienti da un fiore commestibile, l’Antirrhinum majus (bocca di leone) Risultato: concentrazione di antocianine cento volte più alta rispetto ai pomodori viola ottenuti con tecniche tradizionali.
Come sottolineato in un comunicato del Sainsbury Laboratory, “Gli antociani sono antiossidanti associati a una serie di benefici per la salute. Studi indipendenti, infatti, dimostrano che possono ridurre l'incidenza del cancro e migliorare la funzione cardiovascolare. Ricerche di laboratorio, inoltre, suggeriscono anche che questi composti potrebbero aiutare ad alleviare la sindrome dell'intestino irritabile”.
Entusiasta il commento di Cathie Martin: “È fantastico, non avrei mai pensato vivere questo giorno. Ora siamo più vicini al mio sogno di condividere i miei pomodori viola con quanti hanno già dichiarato sul sito Big Purple Tomato di non vedere l’ora di coltivarli o assaggiarli. Peccato solo che avverrà in Usa e non anche nel Regno Unito, dove tutto ha avuto inizio”.
Conclude Jonathan Jones: "Quando Cathie e io abbiamo fondato Nps, quasi 15 anni fa, non avremmo mai pensato che ci sarebbe voluto così tanto tempo per ottenere l'autorizzazione al commercio. Si tratta di una giornata storica, anche sul fronte della ricerca per il miglioramento delle colture”.
Nicola Miglino