Tumori: dieta e probiotici per potenziare la risposta immunitaria

25 Settembre 2023

Sono sempre più numerose le evidenze scientifiche secondo le quali la dieta può influire in modo significativo sulla risposta dell’organismo ai trattamenti antitumorali, compresa l'immunoterapia. Come ribadito di recente a Milano, nel corso della Cicon23 International cancer immunotherapy conference promossa da divere società scientifiche internazionali insieme al Network italiano per la bioterapia dei tumori (Nibit), sono molti gli studi in corso in tutto il mondo che mostrano un legame tra un’alimentazione ricca di fibre e una maggiore efficacia dell’immunoterapia. Su questo fronte, entro il prossimo anno, è in programma al San Raffaele di Milano un nuovo trial clinico che prevede la somministrazione di una dieta controllata ricca di fibre nei pazienti con mieloma indolente.

Diverse ricerche, poi, sono in corso sui trapianti fecali insieme a studi che hanno come obiettivo quello di confermare i potenti effetti che gli acidi grassi esercitano sulla risposta immunitaria contro i tumori.

“L'immunoterapia ha rivoluzionato la cura di molti tumori”, spiega Pier Francesco Ferrucci, direttore dell’Unità di Bioterapia dei tumori presso l’istituto europeo di oncologia di Milano e presidente Nibit. “Tuttavia, non tutti i pazienti rispondono allo stesso modo. Da qui l'ipotesi, che ormai è diventata una certezza, che la composizione del microbiota intestinale influenzi il successo del trattamento immunoterapico. In sostanza, i pazienti che ospitano determinati batteri intestinali sembrano rispondere meglio all’immunoterapia rispetto ai pazienti che ne sono privi”.

Recenti evidenze scientifiche mostrano che una dieta ricca di fibre è in grado di aumentare l’efficacia dei trattamenti.

“A questo proposito stiamo pianificando un trial clinico su pazienti affetti da mieloma indolente”, afferma Matteo Bellone, responsabile dell’Unità di immunologia cellulare presso l’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano. “Ai pazienti proporremo una dieta controllata ricca di fibre con l'obiettivo di comprenderne gli effetti, non solo sulla composizione del microbiota intestinale, ma anche sulle modificazioni metaboliche dell’organismo, sul decorso e sulla prognosi della malattia".

Alcuni gruppi di ricerca stanno cercando di superare la resistenza all’immunoterapia effettuando trapianti fecali: i microbi intestinali “buoni” vengono prelevati da campioni di feci di pazienti che hanno risposto bene ai farmaci per poi essere trapiantati tramite colonscopia ad altri pazienti.

“Che il microbiota sia una parte cruciale del nostro sistema immunitario lo sappiamo ormai da tempo”, aggiunge Vincenzo Bronte, direttore scientifico dell’Istituto oncologico veneto e next-president Nibit. “Secondo alcune stime, oltre il 60% delle cellule immunitarie del nostro corpo risiede nell'intestino. Ma solo di recente abbiamo accumulato sufficienti dati secondo i quali questi microbi possono essere modificati per influenzare positivamente l’esito dei trattamenti contro il cancro, compresa l’immunoterapia”.

L’evento di Milano è stata anche l’occasione per fare il punto su molti altri aspetti dell’immunoncologia, come l’immunometabolismo.

“È noto che tutte le cellule necessitano di energia per svolgere le loro funzioni vitali e che tale capacità è sotto il controllo di vie metaboliche”, spiega Antonio Sica, professore presso l’Università degli studi del Piemonte orientale e segretario di Nibit. “In questo scenario, recenti evidenze hanno dimostrato che i tumori attuano una competizione metabolica con le cellule immunitarie, deprivandole di nutrienti essenziali per la produzione di energia e instaurando così una condizione di immunosoppressione che favorisce la crescita tumorale e l’insorgenza di meccanismi di resistenza alle terapie”.

Nuovi studi mirano quindi a comprendere i meccanismi che governano l’immunometabolismo dei pazienti al fine di ripristinare risposte immunitarie efficaci. In questo contesto, Teresa Manzo, dell’Istituto europeo di oncologia, ha illustrato i risultati di un recente lavoro pubblicato sulla rivista Cell metabolism, nel quale si dimostrano i potenti effetti che gli acidi grassi esercitano sulla risposta immunitaria contro i tumori.

Conclude Matteo Bellone: “Sappiamo che alcuni alimenti espandono un microbiota sano che aiuta la risposta immunitaria contro i tumori. Certo è importante che l’alimentazione e l’utilizzo di probiotici siano suggeriti da esperti non solo di nutrizione ma anche della malattia in questione. Abbiamo purtroppo assistito a un peggioramento della malattia quando i pazienti non cercavano il parere dell’esperto”. (n.m.)

 

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