“Il controllo dell’ipertensione arteriosa, intesa come sistolica ≥ 140 mmHg e diastolica ≥ 90 mmHg, è cruciale per ridurre il rischio cardiovascolare” sottolineano gli autori. “Negli ultimi anni, però, i dati ci suggeriscono che esiste una fascia di persone con valori compresi tra 130 e 139 mmHg per la massima e 85 e 89 mmHg per la minima, a rischio di sviluppare ipertensione negli anni, per i quali il trattamento farmacologico non è indicato e che potrebbero trarre benefici da altre strategie di intervento, quali appunto quelle cosiddette naturali”.
L’Esh ha così deciso di fornire indicazioni terapeutiche prendendo in esame quanto oggi la letteratura scientifica racconta attraverso studi clinici randomizzati e controllati pubblicati solo su peer-review, escludendo dall’analisi studi osservazionali e aneddotici basati su case report.
Tre le categorie esaminate: alimenti (caffè, succo di melograno, tè verde e nero, karkadè, succo di barbabietola, sesamo), nutrienti (Omega-3, proteine e aminoacidi, calcio, magnesio, potassio, vitamine, fibre solubili); nutraceutici non-nutrienti (resveratrolo, flavonoli del cacao, isoflavoni di soia, estratto di aglio stagionato, licopene, picnogenolo, acido alfa-lipoico, coenzima Q10, melatonina, taurina, biancospino e probiotici).
Tra i primi, il succo di barbabietola è quello che presente le evidenze di un effetto antipertensivo maggiormente convincenti. Buoni risultati anche per succo di melograno, carcadè e sesamo, benché gli studi a disposizione riguardino in particolare popolazioni medio-orientali. Da non escludere, comunque, l’impiego di bevande ricche in catechine quali tè verde e nero.
Sul fronte nutrienti, magnesio, potassio e vitamina C si sono dimostrati efficaci nell’abbassare i valori pressori. Attenzione, però, all’impiego del potassio in soggetti con insufficienza renale avanzata o in terapia con diuretici risparmiatori di potassio.
Per quanto riguarda il terzo gruppo, gli isoflavoni della soia sono particolarmente indicati nelle donne in post-menopausa, il resveratrolo nei soggetti con insulino-resistenza e la melatonina in chi presenta ipertensione notturna.
Così concludono gli autori: “L'approccio nutraceutico può essere proposto sulla base di questi semplici criteri: lieve aumento della pressione arteriosa, assenza di indicazione al trattamento farmacologico e inclusione del nutraceutico nell'elenco dei composti con efficacia dimostrata. Sulla base delle evidenze scientifiche, altre strade non sono praticabili, a meno di future ulteriori prove di validità”.
Nicola Miglino