Ipertensione in gravidanza: ecco i nutraceutici adatti al controllo

05 Febbraio 2020

Via libera a calcio, vitamina D, e resveratrolo, mentre sotto esame rimangono ancora acido folico, zinco e melatonina. Queste le indicazioni provenienti da una review appena pubblicata su Nutrients tesa a valutare effetto e ruolo dei nutraceutici per contrastare l’ipertensione in gravidanza

Il lavoro è stato condotto da un gruppo di ricercatori dell’Alma Mater Studiorum Università di Bologna, sotto la guida di Arrigo Cicero, presidente della Società italiana di nutraceutica (Sinut).

 “Volevamo fare il punto sulle evidenze oggi disponibili in merito all’uso di alcuni integratori che hanno mostrato di abbassare la pressione nelle donne incinte” sottolineano gli autori. “Con alcune parole chiave abbiamo così selezionato da Medline e dal registro dei trial della Cochrane collaboration, metanalisi e studi clinici che avevano preso in esame l’effetto antipertensivo in gravidanza di alcuni composti bioattivi”.

Un adeguato apporto di calcio in gravidanza riduce il rischio di sviluppare ipertensione e sta ricevendo molte attenzioni anche come profilassi della pre-eclampsia. Le stesse linee-guida Esc (Società europea di cardiologia), Acog (American college of obstetricians and gynaecologists) e Oms (Organizzazione mondiale della sanità) raccomandano un’integrazione di calcio in gravidanza in caso di deficit (< 600 mg/die) per ridurre il rischio di pre-eclampsia. Lo schema suggerito per l'integrazione è 1,5–2,0 g/die da distribuire in tre somministrazioni, preferibilmente ai pasti.

Per quanto riguarda la Vitamina D, una recente meta-analisi ha evidenziato la capacità di ridurre il rischio di pre-eclampsia rispetto a nessun intervento o placebo. Sulla base di questi dati, si raccomanda l'integrazione di circa 25.000 UI/settimana dal primo trimestre di gestazione, con monitoraggio di calcemia e calciuria come marker di potenziale sovradosaggio di vitamina D.

Sul fronte acido folico, l’analisi dei dati disponibili suggerisci la necessità di ulteriori studi per chiarire in quale gruppo di donne è maggiormente indicata la supplementazione, a quali dosi e per quanto tempo.

Gli effetti antipertensivi del resveratrolo sono legati alle proprietà antiossidanti, alla stimolazione della produzione di ossido nitrico da parte dell’endotelio, all’inibizione dell'infiammazione vascolare e alla capacità di contrastare l’aggregazione piastrinica. I dati suggeriscono un’efficacia di questo polifenolo sul controllo pressorio in gravidanza, con il limite però di una scarsa biodisponibilità e la necessità della messa a punto di sistemi di rilascio più efficaci.

Le evidenze, poi, sottolineano maggiori rischi ipertensivi in gravidanza con dieta ricca di sodio e povera di potassio e, infine, sul fronte zinco non ci sono prove di efficacia mentre per la melatonina abbiamo solo alcuni dati che ne associano bassi livelli a maggior rischio di pre-eclampsia e che comunque andrebbero verificati con ulteriori ricerche.

Questo il commento degli autori: “I nutraceutici con maggiori prove a sostegno sono, calcio, vitamina D, resveratrolo e sodio/potassio. Oltretutto, diversi composti hanno anche effetti benefici sul controllo glicemico, fornendo così un doppio vantaggio metabolico. Tuttavia, la scarsa biodisponibilità di alcune di queste molecole, come per esempio il resveratrolo, ne limita l’applicazione clinica rendendo necessario lo sviluppo di nuovi sistemi di somministrazione. In generale, comunque, una restrizione dell’apporto di sodio e l'integrazione di vitamina D andrebbero sempre raccomandate in gravidanza per prevenire l’ipertensione e i problemi correlati. Dal canto suo, il calcio è indicato solo in caso di carenza. L'uso di nutraceutici come vitamina D e resveratrolo, dotati di buon profilo di sicurezza e dimostrato effetto antipertensivo, in concomitanza all’impiego dei farmaci tradizionali, consente un adeguato controllo pressorio senza esporre madre e feto a rischi aggiuntivi. Per acido folico, zinco e melatonina le evidenze di efficacia sono al momento scarse.

La principale difficoltà nella messa a punto di raccomandazioni da inserire nelle linee-guida internazionali sull’ uso degli integratori in gravidanza è dovuta a numero limitato di dati disponibili, mancanza di omogeneità tra le formulazioni testate e mancanza di gruppi di controllo con trattamento standard. Bisogna ancora verificare gli effetti a lungo termine e capire bene dosi, tempi e modalità di somministrazione. Comunque, abbiamo già a disposizione informazioni sufficienti per dire che alcuni nutraceutici sono in grado di migliorare il controllo della pressione in gravidanza, prevenendo anche alcune complicanze correlate. Si tratta ora di approfondire le indagini alla ricerca dei composti con miglior rapporto costo/efficacia e rischio/beneficio per un uso diffuso nella pratica clinica”.

Nicola Miglino

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