Gli studi di laboratorio evidenziano come i fitonutrienti presenti nelle verdure e nella frutta possano proteggere dal leiomioma inibendo l'infiammazione e la fibrosi, inducendo apoptosi e inattivando i percorsi ormonali o correlati ai fattori di crescita, fornendo così una base biologica plausibile all’effetto finale.
Gli studi che indagano sulla relazione tra singole vitamine e rischio di leiomioma si basano sui dati raccolti nel Black women's health study, in cui non è stata trovata alcuna correlazione tra malattia e assunzione di carotenoidi, incluso il licopene. Risultati simili sono stati ottenuti nel Nurses' health study II: l'assunzione di β-carotene aumentava addirittura leggermente il rischio di leiomioma, ma solo nei fumatori. Studi degli ultimi anni non rivelano un'associazione significativa tra assunzione di vitamine C, E e incidenza di leiomioma. Diversi studi hanno esaminato il ruolo della vitamina D, concludendo che l'incidenza della malattia è inversamente associata ai suoi livelli sierici. Gli effetti della vitamina D sono ampiamente documentati e può essere considerata un potenziale agente farmacologico per la prevenzione e il trattamento di questi tumori.
L'associazione grasso alimentare/leiomioma richiede ancora approfondimenti, ma sono interessanti alcune indicazioni che suggeriscono un effetto protettivo delle statine, proponendo una possibile correlazione tra miomi e metabolismo lipidico.
I dati relativi all'effetto del consumo di carne e pesce sono contrastanti. I risultati di uno studio caso-controllo italiano hanno rivelato che un consumo significativo di carni, come manzo o prosciutto, è associato a un aumentato rischio di leiomioma, ma questa associazione non viene confermata da studi su popolazioni cinesi.
Tra le bevande, non ci sono dati definitivi sul fatto che il consumo di caffeina aumenti il rischio, tranne che tra le donne più giovani per consumi elevati (500 mg/die).
Nel caso del tè verde, uno studio randomizzato in doppio cieco ha esaminato l'efficacia dell'estratto nel trattamento delle donne con leiomioma uterino e nel miglioramento della qualità di vita rispetto al placebo, dimostrando una significativa diminuzione del volume del leiomioma e della gravità dei sintomi e un miglioramento dei punteggi relativi alla qualità della vita correlata alla salute.
Numerosi studi sull'assunzione di cibi integrali nelle popolazioni cinesi e italiane non hanno indicato alcuna relazione significativa tra l'assunzione di cereali integrali e la prevalenza di leiomioma. Allo stesso modo, non vi sarebbe alcun legame significativo tra diete ricche di fibre e sviluppo di malattia, come emerge dallo studio Black women's health cohort e in uno studio giapponese.
Silvia Ambrogio
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