Prof. Lanzetta, quali sono i principi base per l’uso di integratori nelle patologie osteoarticolari degenerative?
I supplementi naturali sono utilizzati con successo in Oriente sin dall’antichità per la cura di patologie osteoarticolari. Fortunatamente da qualche tempo, abbiamo iniziato a utilizzare terapie naturali anche in Occidente. Partiamo da un assunto: tutte le patologie degenerative che danneggiano le articolazioni che compongono il nostro scheletro hanno alla base un carattere infiammatorio, che si manifesta inizialmente in forma acuta per poi diventare cronico. Questa infiammazione può essere contrastata modificando il proprio stile di vita e adottando adeguati trattamenti e terapie. Al Centro nazionale artrosi utilizziamo diversi protocolli che prevedono, tra le altre cose, un regime alimentare specifico e l’utilizzo di integratori naturali. Per quanto riguarda gli integratori, devono essere utilizzati in modo intelligente. Infatti non ha senso assumere integratori proteici se già introduciamo tramite l’alimentazione il quantitativo di proteine di cui il nostro corpo necessita. Gli integratori, come dice il nome, servono a integrare, ossia a procurare nutrienti che non assumiamo già con la dieta. Inoltre, sono utili ad assumere principi attivi che sono più efficaci se introdotti contemporaneamente nel corpo. Come per l’alimentazione, è comunque necessario che il loro utilizzo venga regolarmente indicato da professionisti del settore.
Quale ruolo per i cortisonici?
Sebbene trovino purtroppo ancora largo impiego nel trattamento delle sintomatologie legate alle patologie delle articolazioni, i farmaci cortisonici non sono solitamente inclusi nei protocolli che abbiamo adottato nel nostro Centro. Non metto in dubbio la loro efficacia nell’alleviare i dolori, ma purtroppo la loro assunzione comporta anche una serie di effetti collaterali che vanno a danneggiare il nostro organismo, soprattutto in casi di uso prolungato. Dai nostri studi è emerso che esistono rimedi naturali che, oltre a non avere gli effetti indesiderati dei farmaci maggiormente utilizzati, sono più efficaci, grazie alla purezza dei principi attivi e alla loro capacità di contrastare, oltre che il sintomo, anche la causa che genera l’infiammazione.
Qual è lo stato dell’arte per quanto riguarda l’uso di glucosamina e condroitina solfato?
La glucosamina e la condroitina solfato vengono impiegate, spesso congiuntamente, nel trattamento di patologie legate alle articolazioni, nonostante l’Anses e l’Efsa abbiano evidenziato i possibili effetti collaterali derivanti dalla loro assunzione. La glucosamina è uno zucchero amminico derivante dai gusci dei crostacei la cui assunzione dovrebbe essere utile al rafforzamento delle barriere meccaniche antiartrosi e a una ricostruzione della cartilagine. Attualmente è oggetto di studio in quanto non sono presenti risultati condivisi in merito alla sua efficacia. La condroitina solfato è uno zucchero complesso ricavato dalla cartilagine dei bovini, dei suini e degli squali che, quando proveniente da produzioni non controllate, è altamente esposto a contaminazioni e alterazioni. Come nel caso della glucosamina, gli studi effettuati ad oggi non hanno evidenziato particolari azioni antinfiammatorie rispetto ai farmaci tradizionali. Tali sostanze vengono definite erroneamente integratori. In realtà si tratta di veri e propri farmaci, la cui efficacia è stata messa più volte in dubbio. In pratica, assumendo prodotti contenenti glucosamina e condroitina solfato, vengono introdotti nel nostro corpo elementi di origine animale altamente esposti a contaminazioni che, oltre ad essere di scarso supporto per la cura delle patologie, sono dannosi per l’organismo. Non è un caso che la Arthritis Foundation negli Usa non ne consigli l’utilizzo.
In base all’evidenza scientifica, quali sono le indicazioni all’uso degli integratori in prevenzione e cura?
Le ricerche svolte con i nostri medici, supportate da numerosi scritti della letteratura scientifica, hanno evidenziato l’efficacia e i benefici derivanti dall’assunzione di integratori naturali al fine di prevenire e curare diverse forme di patologie osteoarticolari degenerative. I risultati sono stati talmente sorprendenti che abbiamo introdotto nei nostri protocolli l’utilizzo di alcuni questi prodotti. In particolare, abbiamo verificato gli effetti benefici derivanti dall’utilizzo sinergico dei seguenti principi attivi: acidi boswellici, curcumina, zenzero e salicina. Il vantaggio derivante dall’uso di questi prodotti è la loro funzione preventiva e curativa, spesso assente nei farmaci che alleviano solo i sintomi, e l’assenza di effetti collaterali. Mi riferisco ovviamente a prodotti certificati, testati e affidabili.
Acidi boswellici, curcumina, zenzero e salicina: cosa sappiamo?
Diversi studi hanno dimostrato che gli acidi boswellici conferiscono un effetto protettivo alle cartilagini articolari inibendo gli enzimi che le danneggiano. Inoltre, agiscono come immuno-modulatori inibendo la produzione di anticorpi che contribuiscono ai processi infiammatori. Per quanto riguarda la curcumina, in molti studi sperimentali ha dimostrato la capacità di sopprimere numerose fasi nel processo di sviluppo dell’artrosi. Inoltre, attraverso l’inibizione dell’attivazione dei neutrofili, della proliferazione sinoviale, dell’angiogenesi e della collagenasi, potrebbe avere un’indicazione specifica in caso di forme artritiche autoimmuni come l’artrite reumatoide. Dal canto loro, il 6-gingerolo, componente attivo dello zenzero, mediante un’azione inibente delle Cox-2 e della produzione di nitrossido è considerato un potente prodotto naturale che contrasta l’infiammazione articolare mentre la salicina riduce la produzione di alcune prostaglandine a livello nervoso, con l’effetto di ridurre il dolore e il fastidio articolare.
Quali rischi associati all’uso di integratori?
I rischi sono relativi soprattutto alla loro composizione. È fondamentale scegliere con cura i prodotti, prestando attenzione alla purezza dei componenti e alla loro origine. Controllare quindi che le sostanze provengano da coltivazioni biologiche, per evitare di ingerire pesticidi e altri componenti tossici per il nostro organismo, e che i Paesi di provenienza svolgano i dovuti controlli sulla purezza e l’affidabilità dei prodotti. I recenti casi di epatite associati all’assunzione di prodotti a base di curcumina provano che bisogna prestare attenzione nella selezione degli integratori e che è sempre consigliabile chiedere il parere del proprio medico.
Nicola Miglino