La prevalenza del diabete mellito di tipo 2 (T2D) è in aumento in tutto il mondo. Si stima che 537 milioni di adulti di età compresa tra 20 e 79 anni siano affetti da diabete mellito, la maggior parte dei quali presenta il T2D [1]. Il Diabetes and nutrition study group (Dnsg) e la European association for the study of diabetes (Easd) sottolineano fortemente il ruolo chiave delle attività di politica sanitaria regionali e nazionali per frenare l'epidemia di diabete di tipo 2 e incoraggiano l'istituzione di programmi di prevenzione multidisciplinari.

Guardando al futuro, gli alimenti a base proteica, se permane l’attuale modello alimentare e di fronte a un costante incremento della popolazione planetaria, richiederanno una particolare attenzione per poter assicurare la sostenibilità su scala globale. Ma allora quali proteine saranno disponibili, oltre a quelle di origine animale e vegetale, già presenti nella nostra tradizione gastronomica? Le scelte future saranno compatibili con il modello di sviluppo agricolo italiano? E cosa ne pensano i consumatori? Di questo si è discusso nei giorni scorsi a Roma nel corso della V edizione della “Giornata della Nutrizione”, organizzata dal Crea Alimenti e Nutrizione.

Una dieta sana e sostenibile potrebbe in futuro non troppo lontano arricchirsi di approcci inediti. Se ne è parlato di recente al 20° congresso della Società italiana di scienze dell’alimentazione (Sisa), che si è tenuto a Roma presso l’Università La Sapienza, durante il quale è stato portato l’esempio degli insetti edibili, caratterizzati da importanti valori nutrizionali e da una sostenibilità ambientale, visto che richiedono minore uso di acqua, terreno, emissione di gas serra.

Una dieta ricca di proteine, zinco e niacina e povera di grassi saturi rende i vasi sanguigni più elastici ed efficienti. Questa la conclusione di uno studio presentato in anteprima di recente a Maastricht, nel corso del Congresso europeo sull'obesità. Ricercatori del Tel Aviv-Sourasky medical center e della Sackler faculty of medicine, hanno arruolato 72 persone con sindrome metabolica e obesità (55,5% maschi, età media 53 anni; Bmi medio: 34 kg/m2), sottoponendole per un anno a un programma intensivo di perdita di peso multidisciplinare, che integrava dieta ed esercizio fisico personalizzato. Ai partecipanti è stato chiesto di compilare un questionario alimentare dettagliato una settimana prima di iniziare il programma e un anno dopo, a fine studio.

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