Nutraceutica: al via spin-off dell’Università di Parma all’insegna di qualità e sostenibilità

03 Marzo 2022

Ingredienti ed estratti innovativi per l'industria cosmetica, nutraceutica e farmaceutica all’insegna di equità, eticità, solidarietà e sostenibilità. Questi lo spirito e la mission di B. Ethical, spin-off dell’Università di Parma, che entra nel mercato dei cosiddetti prodotti naturali portando con sé esperienza e conoscenze di anni di ricerche accademiche in ambito farmaceutico, farmacologico, agrario ed economico. A presentarcela, il suo co-fondatore e direttore scientifico, Gabriele Costantino, direttore del dipartimento Food and Drugs dell’Università di Parma.

Prof. Costantino, ci delinea, in sintesi, un profilo di B. Ethical?

È una società benefit, spin-off partecipata da Università di Parma, che ha come oggetto statutario quello di produrre e commercializzare estratti naturali da impiegare, in un modello di business B2B, quali ingredienti per l’industria cosmetica, nutraceutica, e farmaceutica. Il settore è molto affollato e, quindi, ci si può chiedere il motivo di una new entry e su cosa B.Ethical si attende di esser competitiva. Cito tre aspetti. Il primo è la particolarità di molti dei nostri estratti, che provengono dall’Africa equatoriale, attraverso un programma di bioprospecting, facilitato da un rapporto di lunga data con divere università di diversi Paesi africani. Queste piante sono usate da secoli nella medicina e nell’alimentazione tradizionale e hanno, in generale, contenuti di principi attivi molto peculiari, in quantità e qualità. Il secondo aspetto è la accurata caratterizzazione chimica e biologica che facciamo sui nostri estratti, cercando di implementare compiutamente il concetto di system botanics e system biology. Il terzo, il fatto che i nostri prodotti arrivano non solo con certificazione di qualità, ma con una storia da raccontare. Una storia fatta da filiere eque, sostenibili, e che aspira a un benessere globale

Qual è il coinvolgimento dell’Università di Parma?

Sostanziale, direi. B.Ethical è una spin-off partecipata, per cui l’Università è socio fondatore e partecipa al Consiglio di amministrazione della società. Ma, al di là dei formalismi, il coinvolgimento è fondamentale perché, nello spirito delle spin-off, B.Ethical è funzionale al trasferimento tecnologico e all’apertura al mercato del valore intellettuale creato in molti anni di ricerca nella chimica medicinale, nella chimica e caratterizzazione dei prodotti naturali e nello studio dell’economia dei sistemi alimentari e agricoli portato avanti dai due dipartimenti proponenti, Food and Drugs e Scienze economiche e aziendali. La società, per i primi tre anni, crescerà, anche fisicamente, in un ambiente, quello del bellissimo Campus universitario di Parma, fertile intellettualmente e di grande potenziale infrastrutturale.

Parlate di agricoltura rigenerativa: che significa?

Il termine identifica, tradizionalmente, un insieme di saperi e tecniche agricole volte alla coltivazione di piante per il sostentamento e la cura dell’uomo con il minor impatto possibile sulla fertilità del terreno. Da un certo punto di vista l’agricoltura rigenerativa si oppone, quasi ideologicamente, all’agricoltura intensiva. Come B.Ethical, guardiamo con grande interesse e ci impegniamo al reperimento di materie prime provenienti da un’agricoltura sostenibile non certo per impostazione ideologica ma perché siamo convinti che la diversità e la spontaneità della coltivazione sia il modo migliore per arricchire le piante dei componenti che diventeranno i nostri ingredienti e allo stesso tempo garantire che le generazioni future possano godere delle stessa possibilità. Aspiriamo a un’agricoltura rigenerativa moderna, evidence-based, in cui affermazioni spesso solo di facciata, quali recupero del carbonio, uso di fertilizzanti e pesticidi naturali, siano invece misurati, come si conviene alla pratica scientifica.

Perché “benefit company”?

Le società benefit sono state introdotte in Italia dalla legge 28 Dicembre 2015. Non è una designazione alternativa alle società di capitale, ma bensì complementare. Una società benefit aspira, oltre al giusto profitto legato al suo status societario, a perseguire anche scopi di beneficio comune atti ad avere un impatto positivo a lungo termine sulla società civile e sull’ambiente. Gli scopi della società, quindi, vanno perseguiti assieme a finalità di beneficio comune, operando in modo responsabile, sostenibile e trasparente nei confronti di persone, comunità, territori e ambiente.  È un impegno gravoso ma sfidante che le aziende Benefit si assumono. Siamo molto orgogliosi che B.Ethical sia, a nostra conoscenza, una delle primissime spin-off accademiche ad aver chiesto questa designazione, che di fatto si identifica con il nostro nome e con lo spirito che ha accompagnato la nascita della società.

Quali sono i prodotti in portfolio e il posizionamento sul mercato?

Siamo appena nati e il posizionamento sul mercato è, per adesso, un’aspirazione, un obiettivo. Aspiriamo a diventare un punto di riferimento per le aziende nutraceutiche, farmaceutiche e cosmetiche che intendono migliorare e ampliare il proprio portfolio con ingredienti naturali, non convenzionali, con certificazione di origine e prodotti da filiere eque e sostenibili. Ogni prodotto è accompagnato, oltre che dalla scheda tecnica, da una ampia caratterizzazione biologica, che, a seconda dei casi può includere analisi microbiologiche, valutazione del potere antiossidante, attivazione o modulazione di pathways di detossificazione e via dicendo. Entriamo nel mercato, in particolare, con estratti da piante equatoriali che, seppur non comuni nel nostro contesto, sono ben caratterizzate botanicamente e biologicamente e sono impiegabili in Europa, a seconda dei casi, come ingredienti cosmetici o nutraceutici. Ci focalizziamo in particolare, nella cura e nel benessere della pelle e del capello, in prodotti per l’igiene intima e puntiamo molto sull’effetto antiossidante, cercando di fare in modo che questo non sia solo slogan commerciale, ma basato su evidenze scientifiche sempre più’ convincenti.

Per concludere: qual è il valore aggiunto nell’ambito del “naturale”?

Il nostro impegno e il nostro obiettivo, anche come società, è quello di superare l’idea che il termine naturale sia necessariamente sinonimo di buono o di sano. Non tutto ciò che è naturale è buono o sano e mettere in etichetta il termine naturale non è sufficiente per garantire l’efficacia, la salubrità, e la sostenibilità del prodotto. B.Ethical si impegna, nei suoi prodotti e nei suoi servizi, a rendere il termine una  condizione necessaria ma non sufficiente. Aspiriamo a che il consumatore riesca consapevolmente ad associare alla parola naturale un significato che riporta alla preservazione dell’ambiente, all’equità del processo, all’armonia tra il prodotto e il suo utilizzatore.

Nicola Miglino

 

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