Secondo il Registro europeo dell'anafilassi, che raccoglie i dati di bambini e adolescenti di dieci Paesi europei, inclusa l'Italia, la nocciola è il secondo alimento, dopo l'arachide, causa di reazioni allergiche severe nei bambini in età scolare, il terzo nei bambini in età prescolare.
Colpa delle oleosine, proteine presenti nella parte oleosa del frutto. L’indagine del gruppo di Torino, condotto su una popolazione di 37 bambini dai 2 ai 17 anni allergici alla nocciola, ne ha individuate due nuove, oltre alle note Cor a 12 e Cor a 13. Una delle due, denominata Cor a 15, è stata registrata come nuovo allergene, secondo i criteri del sottocomitato per la nomenclatura degli allergeni dell'Oms/Iuis. Lo studio ha anche permesso di capire che la tostatura delle nocciole provoca un aumento dell’immunoreattività di questa oleosina.
Una scoperta interdisciplinare, perché l’isolamento della proteina allergenica è stato possibile anche grazie all’analisi del genoma del nocciolo, condotta dai genetisti e dai biotecnologi vegetali del dipartimento di Scienze agrarie forestali e alimentari dell’Università di Torino e dell’Istituto per la protezione sostenibile delle piante del Cnr.
“Quella alla nocciola è una delle allergie più comuni nei bambini di tutta Europa, ed è quindi essenziale una diagnosi attenta e scrupolosa”, sottolineano gli Autori. “Gli allergeni lipofili, come le oleosine, sono però generalmente sottorappresentati nei test diagnostici, con alti rischi di falsi negativi. Da qui il nostro obiettivo di caratterizzare la reattività IgE di oleosine derivanti da nocciole crude e tostate, utilizzando i sieri di pazienti pediatrici allergici. I risultati della ricerca sono rilevanti per la pratica clinica, poiché confermano la necessità di includere allergeni lipofili, come le oleosine, nei test diagnostici di routine”.
Nicola Miglino