A comunicarlo, la Bbc, che sottolinea come lo stesso governo britannico abbia tentato, nel 2018, di prendere provvedimenti simili senza successo, benché diversi supermercati del Regno Unito già vietino ai minori di 16 anni di acquistare bibite ad alto contenuto di caffeina, per lo più quelle con oltre 150 mg/L.
L’iniziativa del governo gallese che, se dovesse passare, prevederebbe anche il divieto di aprire takeaway nelle aree vicine alle scuole e di installare dispositivi di ricarica gratuita per le bevande zuccherate, nasce dai risultati di un’indagine secondo la quale nel paese 1,5 milioni persone sono in sovrappeso e circa 600 mila obese: troppi zuccheri, grassi saturi, sale e calorie nella dieta e fibre, frutta e verdura in quantità modeste. Nella fascia 11-18, i consumi di zucchero sono risultati fino a tre volte la quantità massima raccomandata. Gli stessi energy drinks, si dice, arrivano a contenere fino a 21 cucchiaini di zucchero e la medesima quantità di caffeina di tre tazze di caffè. La ricerca, peraltro, mostra come il consumo di almeno un energy drink a settimana determini nei più piccoli un maggior rischio di cefalea, disturbi gastrointestinali, del sonno e del tono dell’umore.
A questi dati, si aggiungono quelli di un sondaggio dell’associazione no profit Nesta Cymru, secondo i quali i gallesi sono totalmente inconsapevoli del rapporto cibo/calorie ingerite, sottovalutando, in particolare, il contenuto calorico di snack, patatine e cioccolato, cui viene attribuita in media la metà delle calorie reali dal 95% degli intervistati.
Se dovesse passare il provvedimento, la speranza, secondo Jonathan Bone di Nesta Cymru è che si possa verificare quanto accaduto con la tassa sulle bevande zuccherate che ha indotto l’industria a riformulare i prodotti.
Sempre sugli energy drinks, un allarme arriva anche da una review della letteratura pubblicata di recente su Reviews on cardiovascular medicine, che ha portato gli Autori alle seguenti conclusioni: “Il consumo di bevande energetiche sta diventando un problema di salute pubblica. Nonostante le rassicurazioni offerte sul fronte sicurezza, ci sono evidenze di correlazioni tra consumo e incidenza di eventi cardiovascolari quali aritmie, infarti, cardiomiopatie e morte cardiaca improvvisa. Grandi quantità di caffeina, taurina, zuccheri e vitamine del gruppo B possono contribuire a questi effetti, aumentando la frequenza cardiaca e la pressione arteriosa, oltre che prolungando il QTc. C'è ancora una notevole quantità di informazioni da raccogliere in quest’ambito, così come la necessità di campagne informative rivolte ai consumatori, normative sui limiti di età per i consumi e sulle note di sicurezza da inserire in confezione”.
Nicola Miglino