Sulla base dei criteri pre-specificati di classificazione delle prove, prove convincenti (classe I) hanno supportato un’associazione diretta tra una maggiore esposizione ad alimenti ultra-processati e rischi più elevati di mortalità incidente correlata a malattie cardiovascolari (+50%) e diabete di tipo 2 (tasso di rischio dose-risposta +12%), nonché rischi più elevati di esiti di ansia prevalente (tasso di rischio +48%) e di esiti combinati di disturbi mentali comuni (+53%). Altamente suggestive (classe II) sono invece le prove che indicano che una maggiore esposizione ad alimenti ultra-processati è direttamente associata a rischi più elevati di mortalità incidente per tutte le cause (rapporto di rischio 1.21), mortalità correlata a malattie cardiache (rapporto di rischio 1.66), diabete di tipo 2 (odd ratio 1,40) ed esiti depressivi (hazard ratio 1.22), insieme a rischi più elevati di esiti avversi prevalenti legati al sonno (odd ratio 1.41), respiro sibilante (rapporto di rischio 1.40) e obesità (odds ratio 1.55). Il rischio è risultato aumentare con l’incremento dei consumi.
Alimenti molto diffusi
Gli alimenti ultraprocessati includono snack confezionati, bevande zuccherate, noodles istantanei, cereali dolci e pasti pronti. I prodotti vengono sottoposti a molteplici processi industriali per renderli gustosi e stabili e contengono additivi come emulsionanti, coloranti e aromi chimici. La questione è quanto mai attuale, visto che in alcuni paesi ad alto reddito gli alimenti ultraprocessati rappresentano fino al 58% dell’apporto energetico totale giornaliero e stanno proliferando nei paesi a basso e medio reddito.
Il gruppo di ricerca ha notato che questi effetti negativi sulla salute non sono completamente spiegati dalla mancanza di valore nutrizionale e dall'elevato apporto calorico dei prodotti. Le alterazioni del cibo apportate durante la produzione possono influenzare la digestione, l’assorbimento dei nutrienti e il senso di sazietà. Prove emergenti negli esseri umani hanno anche collegato alcuni additivi utilizzati negli alimenti, quali dolcificanti non zuccherini, emulsionanti, coloranti e nitrati o nitriti, a peggiori risultati per la salute. La lavorazione industriale intensiva degli alimenti potrebbe anche produrre sostanze nocive che contribuiscono all’infiammazione cronica e persino i materiali di imballaggio possono contenere contaminanti.
In conclusione quindi, una maggiore esposizione agli alimenti ultraprocessati è stata associata a un rischio più elevato di esiti avversi per la salute, in particolare cardiometabolici, disturbi mentali comuni e mortalità. Questi risultati forniscono, secondo gli autori, una motivazione per sviluppare e valutare l’efficacia dell’utilizzo di misure di salute pubblica per indirizzare e ridurre l’esposizione alimentare agli alimenti ultra-processati a favore della salute umana.
Livia Tonti
Bibliografia
Lane MM, et al. Ultra-processed food exposure and adverse health outcomes: umbrella review of epidemiological meta-analyses. BMJ 2024; 384:e077310. doi: 10.1136/bmj-2023-077310.