Nutriscore è un sistema di etichettatura dei prodotti alimentari sviluppato in Francia che fornisce un punteggio nutrizionale grazie a una sorta di semaforo composto da cinque spazi con lettere e colori (A verde, B verde chiaro, C giallo, D arancione, E rosso). Tale etichetta divide i prodotti in cinque categorie, attribuendo un punteggio in base alla quantità di nutrienti contenuti in 100 grammi di prodotto, distinguendo tra componenti positivi e negativi: i primi sono frutta, verdura, noci, fibre e proteine, mentre quelli i secondi sono grassi saturi, zucchero, sale e calorie.
Lo scontro, però, sull’adozione del Nutriscore imperversa, con l’Italia impegnata in prima linea nel fronte degli oppositori.
Così la ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova, nelle settimane scorse a Bruxelles: “I bollini rossi non ci piacciono. Non danno informazioni nutrizionali corrette ai cittadini e penalizzano in maniera discriminante tanti prodotti della dieta mediterranea o grandi Dop italiane e di altri Paesi. Come possiamo dire di promuovere la qualità dei territori con le Dop e Igp, se poi sulla confezione insieme al marchio di qualità europeo si trova un bollino rosso di bocciatura? Non è accettabile”.
A ruota, Roberto Speranza, ministro della Salute, nel corso di un convegno Coldiretti: “Un modello a semafori in cui l’olio di colza è valutato meglio dell’olio di oliva non lo accetteremo mai. Difendiamo il Made in Italy, le imprese italiane”. Il nostro messaggio è più profondo: diciamo all’Europa che vogliamo essere all’avanguardia sulla qualità della nutrizione, non solo per un interesse italiano, ma europeo».
La proposta italiana all’Europa è la cosiddetta etichetta a batteria che prevede l’indicazione di tutti i valori relativi a una singola porzione (non, dunque, per unità di prodotto), indicando la percentuale di energia, grassi, grassi saturi, zuccheri e sale apportati rispetto alla quantità giornaliera raccomandata. La parte carica della batteria rappresenta graficamente la percentuale di energia o nutrienti contenuta nella singola porzione, permettendo così di quantificarla anche visivamente.
Il timore è che l’Unione europea introduca l’obbligo dell’etichetta a semaforo sui cibi, benché al momento non ci siano evidenze di un’intenzione in questa direzione, a parte una petizione lanciata a livello comunitario lo scorso maggio e la cui raccolta firme è tutt’ora in via di svolgimento. Molte aziende alimentari hanno adottato il semaforo sulle loro confezioni ma nessuno dei paesi che hanno aderito al Nutriscore lo ha reso obbligatorio.