Mima-digiuno e ca mammario: da Milano speranze di cura

23 Settembre 2020

Una nuova strada, basata su un approccio nutrizionale, si apre nella lotta contro i tumori. Si chiama Breakfast, infatti, lo studio avviato lo scorso maggio all’Istituto nazionale dei tumori di Milano (Int) e presentato in questi giorni alla stampa, il cui obiettivo è dimostrare l’efficacia della dieta mima-digiuno ciclica, da sola oppure in associazione al farmaco antidiabetico metformina, in pazienti tra i 18 e i 75 anni con diagnosi di tumore del seno triplo negativo, senza metastasi, sottoposte a chemioterapia prima dell’intervento chirurgico. Tempo di attesa per i primi risultati: due anni.

“Lo studio, che prevede il coinvolgimento di 90 donne, vuole aumentare la capacità della chemioterapia di indurre risposte patologiche complete, cioè l’assenza di tumore invasivo sia a livello mammario, sia a livello dei linfonodi asportati durante l’intervento chirurgico, producendo dunque l’azzeramento delle cellule tumorali vitali, che si associa a una significativamente più elevata probabilità di guarigione definitiva del paziente dal tumore”, dice Claudio Vernieri, oncologo presso la breast unit del dipartimento di Oncologia medica ed ematologia dell’Int e group leader del programma “Riprogrammazione metabolica nei tumori solidi” in Ifom-Istituto, fondazione Firc di Oncologia molecolare di Milano. “Abbiamo stabilito come obiettivo principale l’incremento delle risposte patologiche complete dal 45%, che è il dato storico di letteratura con la sola chemioterapia, al 65% con gli approcci sperimentali proposti. È una meta ambiziosa, ma i dati preclinici sono così forti da indicarci che questa potrebbe essere una strada rivoluzionaria”.

La dieta sperimentale è costituita da cibi freschi della tradizione mediterranea a basso contenuto di carboidrati e di proteine, con un apporto calorico pari a circa 1.800 Kcal suddivise in cinque giorni. Viene ripetuta ogni 21 giorni per otto cicli, in parallelo alla chemioterapia. Gli alimenti consistono essenzialmente in verdure, prevalentemente insalata, zucchine e verdure a foglia verde, olio di oliva e frutta secca. Niente carote, zucca o patate a causa del contenuto in carboidrati, così come proteine di ogni genere, cioè carne, pesce, formaggi e legumi.

“Tale regime dietetico risulta in grado di produrre profonde modificazioni del metabolismo di zuccheri, aminoacidi e acidi grassi, colpendo in tal modo il metabolismo della cellula tumorale”, continua Vernieri.  “A differenza di quello che si può pensare, è un regime alimentare ben sopportato, come abbiamo visto anche in precedenti studi, tanto da permettere di svolgere le abituali attività lavorative, ovviamente se non sono troppo dispendiose dal punto di vista fisico. Inoltre, abbiamo creato una rete stretta coi pazienti dai quali riceviamo tutte le sere via mail oppure sms un resoconto della giornata e siamo disponibili in qualunque momento, compreso il weekend, per risolvere ogni dubbio o problemi di salute. Questo tipo di supporto aumenta la compliance e riduce al minimo il rischio di effetti collaterali”.

Un braccio dello studio Breakfast prevede la somministrazione della metformina. “Una possibile attività antitumorale della metformina è nota da tempo, probabilmente dovuta alla sua capacità di ridurre i livelli ematici di alcuni ormoni che favoriscono la crescita tumorale”, afferma Saverio Minucci, direttore del programma “Nuovi Farmaci” presso l’Istituto europeo di oncologia di Milano. “Recentemente abbiamo dimostrato in uno studio pubblicato sulla rivista Cancer Cell come la combinazione della metformina con una dieta ipoglicemizzante possa portare a un forte potenziamento della sua attività antitumorale con un’azione diretta sulle cellule tumorali”.  

Così conclude Filippo de Braud, direttore del dipartimento e della divisione di Oncologia medica ed Ematologia dell’Int: “La dieta che stiamo utilizzando è una terapia sperimentale, del tutto innovativa, che nasce dalla combinazione di solidi studi preclinici e clinici sul metabolismo tumorale e dalla tradizione del nostro Istituto a considerare gli approcci nutrizionali come potenzialmente terapeutici. La stiamo già utilizzando da tempo nell’ambito delle nostre ricerche, con obiettivi diversi. Lo studio DigesT ad esempio è stato attivato per valutare le modificazioni indotte dalla dieta restrittiva nel caso del tumore della mammella e il melanoma, mentre lo studio Fame sta studiano l’efficacia del farmaco antidiabetico metformina, con oppure senza dieta restrittiva, in associazione alla chemioterapia in pazienti con tumore del polmone metastatico caratterizzato da una specifica alterazione”. 

Il triplo-negativo, il cui nome è dovuto al fatto che non esprime né recettori ormonali né l’oncoproteina Her2, in grado di guidare trattamenti antitumorali mirati, rappresenta il 15-20% delle forme di ca mammario, sicuramente la più aggressiva, con un maggiore tasso di recidiva entro i primi cinque anni dalla diagnosi e con terapie ancora poco soddisfacenti nel contesto della malattia metastatica.

Nicola Miglino

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