Mima-digiuno, nutrigenomica, microbiota: nuove strategie dietetiche anti-cancro

06 Dicembre 2022

Il Centro nacional de investigaciones oncológicas (Cnoi) di Madrid ha dato appuntamento, la scorsa fine di ottobre, ad alcuni dei più autorevoli scienziati internazionali per discute di cancro e alimentazione. Tra le sfide della ricerca di questi ultimi anni, infatti, c’è non soltanto l’individuazione di interventi nutrizionali a scopo preventivo, ma anche il comprendere se l’alimentazione possa rappresentare un utile supporto terapeutico.

“Non si tratta di curare il cancro attraverso la dieta, ma di integrare la cura con precise strategie nutrizionali”, sottolineano Marcos Malumes e Nabil Djouder, ricercatori presso il Cnio e organizzatori del congresso. "È molto probabile, infatti, che nel prossimo futuro nuove terapie basate sulla nutrizione vengano incorporate nei trattamenti standard contro il cancro".

Una degli approcci in corso di studio sfrutta il cosiddetto il digiuno intermittente, argomento trattato a Madrid da Valter Longo, direttore del Longevity institute presso la Usc  di Los Angeles.

“Sono anni che studiamo strategie che mimano il digiuno per combattere il cancro, con buoni risultati”, afferma Longo. “Ora stiamo passando alla fase clinica, con gli oncologi che iniziano a considerarne l'impiego in combinazione con le terapie standard. La cosa interessante è che sembra funzionare con tumori molto diversi tra loro e in combinazione con terapie differenti”.

La ricerca sta chiarendo cosa succede metabolicamente durante il digiuno: “Le cellule tumorali sono in continua attività e non riescono a fermare il loro ciclo vitale”, prosegue Longo. “Le cellule sane, invece, se si interrompe l’apporto energetico, bloccano automaticamente tutti i processi di divisione. Se somministriamo la chemioterapia quando il paziente è a digiuno, la sua tossicità interesserà, dunque, principalmente le cellule tumorali, consentendoci anche di aumentare le dosi”.

Geni e nutrizione

Una delle raccomandazioni su cui c'è pieno consenso è che l'obesità rappresenti un fattore di rischio per l’insorgenza di cancro. Nel mirino non ci sono nutrienti particolari ma, più in generale, il consumo eccessivo di qualsiasi gruppo alimentare, dai carboidrati, alle proteine ai grassi. La dieta migliore a scopo preventivo? A base di frutta, verdura e legumi, con bassi consumi di grassi, carni rosse, alimenti trasformati e alcol.

"L’organismo compie un grosso sforzo metabolico per elaborare i nutrienti e immagazzinarli in prodotti derivati,dai quali otteniamo energia", spiegano Djouder e Malumes. "Alterare questo processo o forzarlo nella direzione sbagliata per anni e anni con una dieta scorretta provoca situazioni di stress nelle cellule che fanno sì che alcune di esse si alterino, contribuendo allo sviluppo di un tumore. Ecco perché, per la maggior parte della popolazione, abitudini di vita come l'alimentazione giocano generalmente un ruolo maggiore rispetto ai fattori genetici, almeno nelle società moderne. È ormai chiaro, oggi, che la dieta è alla base di molti dei più comuni tipi di tumori, in particolare quelli gastrointestinali e ormono-dipendenti della mammella o della prostata. Possiamo cercare di curare e prevenire il cancro attraverso strategie nutrizionali, alterando la dieta e le funzioni dei geni associati, ma abbiamo ancora molto da imparare per farlo in modo efficace”.

Prendersi cura del microbiota

Un'altra area di interesse riguarda lo studio microbiota e il suo ruolo nei processi infiammatori alla base dell’insorgenza dei tumori: "La dieta influenza la composizione e la diversità del microbiota intestinale, ", osserva Djouder. "Le alterazioni della flora intestinale possono causare uno stato infiammatorio o determinare la produzione di metaboliti dannosi che influiscono sullo sviluppo di molte malattie, incluso il cancro. Definire, però, una buona dieta che favorisca un microbiota sano è complicato. Come raccomandazione generale, una dieta varia può rappresentare un’ottima strategia per mantenere il corretto funzionamento della flora intestinale”.

Nicola Miglino

 

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