Carne rossa e cuore, per la prima volta studio correla danni a immagini di risonanza

21 Aprile 2021

Per la prima volta uno studio ha messo in correlazione il consumo di carne rossa o ultraprocessata con in danni anatomo-funzionali cardiaci. A comunicarlo, la Società europea di cardiologia (Esc) che ne ha divulgato i risultati a seguito della presentazione avvenuta nel corso dell’Esc preventive cardiology 2021, congresso tenutosi recentemente on line.

“Già altri studi hanno mostrato una relazione tra maggior consumo di carne rossa e aumento del rischio di malattia o morte cardiovascolari” sottolinea Zhra Raisi-Estabragh, della Queen Mary University di Londra e coordinatore della ricerca. "Nel nostro caso, abbiamo verificato per la prima volta il danno attraverso un imaging della salute del cuore. Questo potrà aiutarci in futuro a comprendere meglio i meccanismi eziopatogenetici”.

L’analisi, di tipo osservazionale, ha valutato i dati di 19.408 inglesi afferenti alla Uk Biobank, mettendo in correlazione il consumo di carne rossa dichiarato con anatomia e funzionalità cardiache valutate tramite risonanza magnetica. Nello specifico, sono stati presi in esame: volume dei ventricoli e relativa funzione di pompaggio; forma e consistenza cardiache; elasticità dei vasi sanguigni.

Prima delle valutazioni conclusive, l'analisi è stata corretta per una serie di fattori potenzialmente confondenti, quali età, sesso, livello di istruzione, fumo, alcol, esercizio fisico, ipertensione, dislipidemia, diabete e Bmi.

I risultati indicano come chi dichiarava maggiori consumi di carne rossa e lavorata presentava ventricoli più piccoli, funzionalità cardiaca più scadente e arterie più rigide. Come confronto, i ricercatori hanno eseguito il medesimo test tra chi dichiarava maggior consumo di pesce azzurro, evidenziando una funzionalità cardiaca migliore e arterie più elastiche.

Così commenta Raisi-Estabragh: "Si tratta di risultati che forniscono informazioni uniche sui legami tra consumo di carne rossa e struttura e funzionalità di cuore e vasi. Una relazione solo in parte spiegata da fattori di rischio quali ipertensione, colesterolemia, diabete e obesità. Il nostro studio ribadisce tale evidenza, ma ci racconta che non sta solo in questi quattro fattori la spiegazione di tutto. Per esempio, anche se la nostra analisi non ha valutato tali aspetti, ci sono evidenze di come la carne rossa alteri il microbiota intestinale, alzando i livelli di alcuni metaboliti nel sangue correlati a maggior rischio cardiovascolare. Siamo consapevoli trattarsi, nel nostro caso, di uno studio osservazionale che non consente di trarre conclusioni di causa/effetto. In generale, però, è un ulteriore indizio di come sia ragionevole limitare il consumo di carne rossa e lavorata per preservare la salute del cuore ".

Nicola Miglino

 

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