La pianta da cui si ricava l’olio di semi, la Nigella sativa, ha un ampio spettro di azioni farmacologiche ed è considerata una preziosissima erba fitoterapica in molte medicine tradizionali, in particolare in Asia e Medio Oriente.
Lo studio è stato condotto su 43 pazienti con diabete di tipo 2 (23 donne e 20 uomini; età 53,5 ± 7,4 anni).
Il gruppo “attivo” (n=23) ha assunto per otto settimane due comprese/die da 500 mg di estratto di olio di Nigella sativa ed è stato messo a confronto con un gruppo di controllo (n=20) cui sono state somministrate compresse placebo di estratto di olio di girasole.
Marker di rischio cardiometabolico sono stati misurati pre e post-intervento.
Rispetto al placebo, il gruppo trattato con estratto di semi di cumino ha visto ridursi significativamente: glicemia a digiuno, emoglobina glicata, colesterolo totale, c-Ldl, trigliceridi, Bmi, circonferenza vita e pressione arteriosa, sistolica e diastolica. Nessuna differenza, invece, sul fronte insulino-resistenza e c-Hdl.
Questo il commento finale degli Autori: “I nostri risultati mostrano come l'olio di Nigella sativa sia in grado di esercitare effetti benefici sul controllo glicemico, sul profilo lipidico sierico, sulla pressione sanguigna e sul peso corporeo nei soggetti con diabete di tipo 2. Sono necessari ulteriori studi a lungo termine in grado di dare conferme a queste evidenze”. (n.m.)