“Attraverso l’uso corretto dei fitosteroli si ottiene una riduzione media del colesterolo Ldl plasmatico del 9-10%, che può arrivare fino al 12,5% con dosaggi più elevati”, dice Andrea Poli, coautore dello studio e presidente di Nutrition Foundation of Italy. “Questi prodotti devono essere assunti quotidianamente: il loro effetto ipocolesterolemizzante è rapido e visibile dopo circa tre settimane, ma viene mantenuto solo se l'assunzione di fitosteroli è continuativo e diventa parte della nostra routine”.
Come identificare, però, le persone che possono ridurre efficacemente i propri livelli di colesterolo Ldl con l’assunzione di fitosteroli? Il paper riprende i criteri definiti dalle linee guida delle Società europee di cardiologia e aterosclerosi.
La correlazione tra l'aumento del colesterolo Ldl plasmatico e l'aumento del rischio cardiovascolare, innanzitutto, è continua e non esistono livelli plasmatici al di sotto dei quali una riduzione del colesterolo Ldl non si accompagni a una riduzione del rischio cardiovascolare: l’approccio al trattamento della colesterolemia va improntato quindi al concetto lowest is best; la decisione di trattare un paziente deve basarsi su una stima, quanto più accurata e completa possibile, del suo rischio cardiovascolare globale, cioè della probabilità di incorrere in un episodio fatale o eventi cardiovascolari non fatali negli anni successivi.
Tale risultato, secondo i ricercatori, può essere ottenuto utilizzando l'algoritmo Score, da integrare eventualmente con informazioni riguardanti le caratteristiche specifiche del paziente e altri indicatori di rischio, classici e non, quali, per esempio, stato socioeconomico, livello di stress individuale, esposizione a inquinamento atmosferico, qualità del sonno.
È importante sottolineare che all'aumentare del rischio stimato, l'intervento terapeutico deve diventare progressivamente più aggressivo per raggiungere valori di colesterolo Ldl sempre più bassi.
In questo contesto, secondo gli autori del paper, l’uso di fitosteroli in integratori o alimenti funzionali, può essere considerato nei seguenti casi:
- persone con età inferiore a quarant’anni nelle quali il medico, sulla base di una valutazione clinica complessiva, decida di intervenire abbassando la colesterolemia Ldl al di sotto dei 130 mg/dL, e nelle quali l’uso di farmaci non sia raccomandato
- persone oltre i 40 anni di età a rischio basso o moderato.
Sono esclusi i soggetti con pregressa malattia cardiovascolare o gravi anomalie genetiche della lipidemia.
Per quanto riguarda invece le modalità di assunzione e i possibili effetti collaterali, Franca Marangoni, co-autrice dello studio, conclude: “Gli alimenti funzionali o gli integratori contenenti fitosteroli devono essere assunti in un'unica dose giornaliera alla fine di uno dei pasti principali. La loro somministrazione a stomaco vuoto o dopo una piccola colazione non è invece raccomandata. L'uso di fitosteroli è generalmente ben tollerato, senza effetti collaterali significativi. Durante il trattamento con fitosteroli va aumentata l'assunzione di frutta e verdura colorate, in particolare quelle gialle, arancioni e rosse.”
Così Walter Marrocco, responsabile scientifico di Fimmg e presidente della Società italiana stili di vita nonché co-autore del paper scientifico, coordinato da Nutrition Foundation of Italy: “Dal momento che i fitosteroli rappresentano alimenti funzionali o integratori determinanti per la salute della persona, la loro corretta assunzione assume grande importanza; in tal senso il professionista può svolgere sempre più il ruolo di health advisor di questi presidi, al servizio del paziente, guidandolo anche nell’attuazione di comportamenti e stili di vita sani”. (n.m.)