Alla base della ricerca, l’ipotesi che il microbiota intestinale possa influenzare la funzione cognitiva e lo stato psicologico dell'ospite attraverso un’azione lungo l'asse intestino-cervello, anche sulla base di studi che già hanno messo in evidenza come i probiotici interagiscano con sistema nervoso ed endocrino per migliorare comportamenti legati ad ansia e depressione in condizioni di stress.
Ecco così che i ricercatori hanno condotto uno studio in doppio cieco, controllato con placebo, che ha coinvolto 94 studenti del quarto anno di medicina, alle soglie di un esame cosiddetto di sbarramento, ovvero decisivo per il passaggio all’anno successivo.
Due i gruppi: il primo (n=48) ha ricevuto una bevanda di latte fermentato con LcS (1×1011 Cfu/100 ml), il secondo (n=46), una bevanda di controllo, senza LcS, per 11 settimane: 8 prima e 3 dopo l’esame.
Per valutare la qualità del sonno è stato utilizzato il questionario Oguri-Shirakawa-Azumi (OSA), che prende in esame una serie di indicatori, dalla sonnolenza al risveglio, al recupero dalla fatica, dalla durata del sonno alla capacità di sognare. In aggiunta, veniva effettuato un monitoraggio dell’encefalogramma (Eeg) durante la notte.
Innanzitutto, stress e qualità del sonno sono risultati peggiorati nelle due settimane precedenti l’esame, con recupero nei giorni successivi. La lunghezza del sonno è aumentata in chi aveva consumato quotidianamente LcS, rispetto al placebo. Per quanto riguarda l’Eeg, si è visto che il gruppo placebo faceva più fatica a prendere sonno. Infine, all’aumentare dei livelli di stress, si è osservato una diminuzione del sonno N3, ovvero quello più profondo che aiuta una migliore ripresa al risveglio, nel gruppo placebo, ma non nel gruppo che aveva consumato LcS.
Così concludono gli Autori: “I nostri risultati suggeriscono che il consumo quotidiano di LcS può aiutare a garantire una migliore qualità del sonno durante un periodo di stress. A causa della complessità delle interazioni tra probiotici e ospite, i meccanismi d'azione di LcS rimangono sconosciuti e l’auspicio è che futuri studi ci aiutino a fare maggiore chiarezza”.