Questo quanto sottolineato di recente in una nota dagli esperti della Società italiana di diabetologia (Sid): “Un digiuno prolungato porta a una perdita di memoria delle cellule Beta del pancreas: come se avessero bisogno dello stimolo cibo-risposta attivato dalla colazione”, sottolinea Angelo Avogaro, presidente Sid. “Inoltre, il digiuno mattutino aumenta il livello degli acidi grassi del sangue che interferiscono con la capacità dell’insulina di abbassare i livelli di zuccheri nel sangue. La crononutrizione ci dice che lo stesso nutriente esercita effetti metabolici differenti a seconda del momento della giornata in cui viene consumato. Meccanismo regolato da un orologio centrale, definito master clock, localizzato nel cervello a livello del nucleo sovra chiasmatico e attivato da segnali luminosi captati da alcuni recettori presenti nella retina”.
Lo scorso anno uno studio spagnolo pubblicato su Journal of Epidemiology e condotto su un campione di circa 100 mila persone, aveva concluso che le persone sane che facevano colazione dopo le 9 del mattino avevano un maggior rischio di sviluppare diabete di tipo 2. In quelli, invece, che la consumavano prima delle 8, il rischio si riduceva del 59%.
https://academic.oup.com/ije/article-abstract/52/5/1486/7199760?redirectedFrom=fulltext
Se l’orario dei pasti ha la sua importanza, anche saltarli completamente può avere conseguenze negative: diverse ricerche hanno dimostrato che saltare la prima colazione fa impennare la glicemia dopo pranzo e diminuire la capacità dell’insulina di rispondere adeguatamente. Lo skipping breakfast agisce come uno stress per l’organismo delle persone con diabete.
“Numerosi studi – conclude la nota Sid - hanno dimostrato che la mortalità per tutte le cause differisce a seconda dell’orario della colazione. All’avanzare dell’orario, aumentano glicemia, trigliceridi e proteina C-reattiva. Quest’ultima si eleva quando la colazione viene saltata, mentre la glicemia presenta valori più elevati solo negli uomini, tanto che si ipotizza che la presenza degli estrogeni abbia un effetto protettivo”.