Sono stati presi in esame i dati relativi a circa 15 mila donne arruolate nel Nurse’ health study II, uno studio a lungo termine, che ha indagato la correlazione tra abitudini alimentari, stili di vita e comparsa di malattie in professioniste infermiere. Un campione di donne che avevano avuto almeno una gravidanza tra il 1991 e il 2001 e sulle quali è stato possibile, attraverso un questionario, raccogliere i dati inerenti l’assunzione di folati, sia attraverso la dieta sia con integratori.
Tra le poco più di 20 mila gravidanze osservate, si sono verificati 824 casi di diabete gestazionale. Questa la riduzione del rischio in funzione dei dosaggi rispetto a chi non assumeva acido folico:
0,001 – 0, 399 mg/die: -17%
0,4-0,599 mg/die: -23%
≥ 0,6 mg/die: -30%
I ricercatori non hanno riscontrato una diminuzione del rischio associata a dieta con cibi ad alto contenuto di folati, dandone come possibile motivazione, in coerenza con studi precedenti, il fatto che l’acido folico venga assorbito più facilmente rispetto ai folati alimentari. Ricordiamo, infatti, che i folati sono composti presenti negli alimenti (verdure a foglia verde, agrumi, legumi, cereali, frutta fresca e frutta secca), mentre l’acido folico è la molecola di sintesi presente negli integratori vitaminici. Inoltre, gli stessi Autori hanno voluto sottolineare come già in altre ricerche sia emersa una correlazione tra insulino-resistenza, anticamera del diabete di tipo 2, e insufficienti livelli di folati.
Ricordiamo, infine, le dosi di acido folico raccomandate, così come riportate dal Ministero della Salute:
- Prima di una gravidanza
Per ridurre il rischio di malformazioni congenite come spina bifida, anencefalia ed encefalocele, è necessario che la donna assuma 0,4 mg/die di acido folico, sotto forma di supplementi, mentre sta programmando una gravidanza (almeno 1 mese prima).
- Durante la gravidanza
Il fabbisogno giornaliero di folati aumenta per la donna in gravidanza a 0,6 mg/die, dal momento che il feto attinge alle risorse materne per il proprio sviluppo. Pertanto, l’assunzione di acido folico deve continuare almeno fino al terzo mese di gestazione.
- Durante l’allattamento
Il fabbisogno giornaliero per una mamma che allatta è di 0,5 mg di folati, per ripristinare le perdite che avvengono con il latte materno.
- In presenza di particolari condizioni di rischio
Le donne con precedenti gravidanze in cui sono stati riscontrati difetti del tubo neurale (come spina bifida, anencefalia ed encefalocele), oppure con storia familiare di malformazioni congenite, donne in terapia con farmaci antiepilettici o con antagonisti dell'acido folico, donne con aborti ripetuti o con particolari malattie quali diabete, celiachia e patologie gastrointestinali, dovrebbero aumentare sino a 4-5 mg al giorno il dosaggio di acido folico peri-concezionale. In questi casi è opportuno che la donna consulti il medico curante o il ginecologo per definire i dosaggi più appropriati.