“Il nostro Servizio sanitario nazionale è tra i pochi al mondo a prevedere una copertura assistenziale universalistica” sottolineano. “Questo, ancora oggi, garantisce ai cittadini un’assistenza di qualità e sostenibile. Affidarsi a percorsi di cura alternativi significa affidarsi a soluzioni terapeutiche che non sono state sottoposte al vaglio degli studi scientifici, né ai rigidi controlli da parte degli organi nazionali preposti, che precedono l’immissione sul mercato di qualsiasi terapia, nonché il costante monitoraggio durante la somministrazione”.
L’attività fisica e l’alimentazione sono colonne portanti della gestione del diabete e possono fare la differenza, insieme alle terapie, tra un diabete in buon compenso e uno fortemente scompensato, sottolinea il comunicato. “Pensare, però, di poter curare, o addirittura far scomparire il diabete con la sola dieta e una manciata di integratori è un’altra storia. La rete e le pubblicità dei giornali sono purtroppo spesso un’insidiosa vetrina di sirene e cattivi consiglieri. Ci sono quelli che promettono di guarire il diabete in poche settimane con diete miracolose e le immancabili pillole di supplementi. Magari fosse così, magari fosse vero. Scopo evidente di queste pubblicità è solo il profitto. Purtroppo, queste false promesse possono mettere a repentaglio la salute dei pazienti. Un soggetto con diabete che da un giorno all’altro decida di abbandonare le sue medicine e di imbottirsi di supplementi o di seguire diete miracolose potrebbe trovarsi con un grave scompenso e finire in pronto soccorso”.
L’invito è a “non sperimentare trattamenti suggeriti su canali diversi da quelli ufficiali previsti dal servizio sanitario e a fare sempre riferimento al proprio medico di famiglia per qualsiasi dubbio o approfondimento. Suggeriamo, infine, di evitare cambi o integrazioni di terapia con prodotti da banco facilmente reperibili dal consumatore. Anche in questo caso, andrebbe sempre prima il medico di riferimento per evitare interferenze con il percorso terapeutico che potrebbero vanificare l’aderenza alla terapia”.