Gli Autori hanno preso in esame 21 studi prospettici, con un follow-up compreso tra 3 e 24 anni, che hanno indagato il rapporto tra alimentazione e comparsa di nefropatia, valutata come eGfr > 60ml/min, in soggetti sani.
I risultati indicano innanzitutto che l’aderenza a una dieta Dash o mediterranea riduce l’incidenza di insufficienza renale cronica.
In generale, viene promossa una dieta con un rapporto basso tra proteine animali e vegetali. I benefici di verdura e legumi vengono attribuiti al contenuto in fibre e lo stesso consumo di cereali integrali si segnala come benefico per il rene, così come quello di frutta, sia fresca che secca.
Nessuna correlazione tra consumo di pesce e comparsa di insufficienza renale, mentre pochi i dati a disposizione sugli effetti della carne da pollame, al contrario di quella rossa e processata.
Per quanto riguarda il ruolo del caffè, sono stati analizzati il Teheran lipid and glucose study, lo studio statunitense Aric e il Korean genome and epidemiology study in South Corea. Nel primo si sono messi a confronto bevitori moderati di caffè con non bevitori; negli altri due il confronto è avvenuto tra chi beveva almeno 2 o 3 tazze al giorno con i non bevitori. Nello studio iraniano è stata riscontrata un'associazione non significativa tra caffè e malattia renale cronica, mentre negli studi statunitense e coreano sono state osservate associazioni inverse significative nei gruppi con una maggiore assunzione di caffè, indicando un potenziale effetto protettivo della bevanda, in linea con studi precedenti.
Nessun beneficio, invece, per il tè anche se, in questo caso, si fa appello alla necessità di maggiori informazioni per poter giungere a conclusioni definitive. Dannose, invece, le bevande zuccherate per consumi settimanali elevati.
Per quanto riguarda il latte e i suoi derivati, sono da preferire i prodotti a basso contenuto di grassi.
“Dal nostro lavoro emerge che una dieta sana aiuta a prevenire il declino funzionale del rene. Il numero di studi dedicati a singoli alimenti e bevande in questo campo, tuttavia, è ancora piuttosto limitato e la maggior parte delle indicazioni ci viene fornita da studi su campioni poco numerosi. Sono, pertanto, necessarie ulteriori ricerche su componenti e tipologie di diete nonché sugli indicatori di rischio per la salute renale in popolazioni eterogenee che ci consentano di colmare queste lacune”.
Nicola Miglino