“L’anosmia, ovvero la perdita parziale o totale del senso dell’olfatto, è un sintomo noto legato al Covid-19, ma nel caso del nostro studio rappresenta il sintomo predominante. La paziente infatti, eccetto una leggera tosse per una giornata, non ha avuto altri sintomi riconducibili all’infezione eccetto appunto un’anosmia severa”, sottolineano in una nota Politi e Grimaldi. “La risonanza magnetica mostra alterazioni cerebrali che fanno presumere la presenza del virus Sars-CoV2 a livello del cervello. Immaginiamo che il virus si replichi a livello della mucosa olfattiva, entri nelle terminazioni nervose delle vie olfattive e per via trans-sinaptica, ovvero passando da un neurone all’altro, arrivi al bulbo olfattorio e alla corteccia cerebrale deputata alle sensazioni olfattive. Le alterazioni rilevate non erano più visibili alla risonanza magnetica di follow up effettuata circa un mese dopo. Lo studio suggerisce che in alcuni soggetti l’anosmia persistente potrebbe essere l’unico sintomo di Covid-19; pertanto questi soggetti dovrebbero essere sottoposti a tampone per verificarne la positività ed eventualmente isolati, così da limitare la diffusione del virus”. (n.m.)