Tali composti, derivati da prodotti naturali, comprendono flavonoidi, terpenoidi, polifenoli, alcaloidi, tannini e steroidi e hanno proprietà farmacologiche di grande interesse perché prendono di mira più vie metaboliche contemporaneamente.
Numerosi studi in vivo che utilizzano modelli animali e in vitro su colture cellulari hanno rivelato che i fitochimici possono alterare l'interruzione della barriera emato-retinica (Brb), migliorare lo stato ossidativo, diminuire il rilascio di mediatori proinfiammatori e ripristinare lo spessore della retina sopprimendo la neurodegenerazione e l'apoptosi.
Sono all’attivo diversi studi clinici che dimostrano come la somministrazione di polifenoli attraverso gli integratori e la dieta abbia effetti favorevoli in varie fasi che possono ridurre lo sviluppo della retinopatia nei pazienti diabetici. Nel 2002 è stato condotto uno studio clinico in cui sono stati scelti 564 soggetti su 10.054 persone per analizzare la possibilità di insorgenza di diabete mellito. I risultati hanno rivelato che un anno di consumo dei flavonoidi miricetina e quercetina riduce significativamente l'incidenza di diabete. Inoltre, la quercetina mostra attività protettiva contro numerose lesioni nella retina di pazienti diabetici: riduce l'infiammazione e l'apoptosi indotte dal glucosio attraverso la diminuzione dei livelli di Il-6, la produzione di proteine chemioattrattanti monociti-1 (Mcp-1) e radicali liberi.
Una metanalisi del 2013 ha studiato l'efficacia delle catechine, con o senza caffeina, sui biomarcatori del diabete in 1.584 pazienti. I dati hanno descritto che il consumo di catechina da tè verde ha notevolmente diminuito i livelli di glucosio nel sangue a digiuno, mentre non ha mostrato alcun effetto sull'emoglobina glicata (HbA1c) e sull'insulina nel sangue a digiuno.
Un altro trial, che comprendeva 70 pazienti con diabete tipo 2, ha esplorato l’effetto dell’integrazione di flavonoidi da melilotus e centella asiatica nella gestione dell'edema maculare cistoide diabetico. Lo studio ha descritto che il trattamento con i flavonoidi conserva la sensibilità retinica, mentre non sono state osservate differenze sostanziali su pressione sanguigna, livelli di HbA1c, spessore retinico centrale, acuità visiva e microalbuminuria.
Nel 2020 si è visto invece che, dopo la somministrazione di antociani purificati per 12 settimane in 160 pazienti, il glucosio a digiuno è notevolmente ridotto ed è aumentata l'adiponectina sierica nei pazienti diabetici.
Nel 2014 uno studio effettuato sul campione epidemiologico Nhanes (National health and nutrition examination survey), tra il 2003 e il 2006, ha indagato l'azione della dieta ricca di flavonoidi sulla retinopatia diabetica e sui biomarcatori associati al diabete utilizzando i risultati di 381 pazienti. Il consumo di una dieta ricca di flavonoidi ha diminuito lo sviluppo della retinopatia del 30% e si è registrata anche una significativa diminuzione dei livelli di glucosio, HbA1C e proteine C-reattive. Un altro studio comparativo, condotto per un anno, ha descritto che il consumo regolare di tè verde riduce il verificarsi della retinopatia diabetica del 50%.
Uno studio sul campo, multicentrico, ha valutato l'impatto di un estratto standardizzato della corteccia del pino marittimo francese (Pinus pinaster, pignogenolo) sull'evoluzione dell'acuità visiva nei pazienti diabetici con retinopatia diabetica e dopo 6 mesi, su 1.169 soggetti, l’integrazione ha impedito la perdita della vista, anche se non è stato osservato alcun miglioramento notevole nel visus dei pazienti.
Da notare che il picnogenolo è stato testato per il trattamento e la prevenzione della retinopatia in cinque studi clinici con un numero totale di 1.289 pazienti dalla fine degli anni Sesanta e negli ultimi anni si sta rivalutando con studi clinici meglio progettati. I dati mostrano una riduzione dello stress ossidativo e dello spessore maculare centrale e il trattamento per due mesi ha migliorato significativamente la vista nella fase primaria della retinopatia diabetica.
Nonostante molti effetti terapeutici favorevoli di questi fitochimici in pazienti diabetici, gli studi continuano a porre l’accento sulla gestione di pazienti con fasi distinte della malattia, rendendo ancora comunque complessa la correlazione tra la somministrazione di fitochimici e la gestione della retinopatia diabetica.
In conclusione, i dati degli studi preclinici e clinici hanno rivelato che il consumo alimentare di polifenoli può essere un metodo più sicuro, efficace ed economico per ridurre lo sviluppo della retinopatia diabetica e di altre lesioni visive, mentre i nutraceutici possono essere un’arma in più solo se somministrati come integratori di una dieta equilibrata e completa.
Silvia Ambrogio
Bibliografia
- Unveiling the role of polyphenols in diabetic retinopathy. Journal of functional foods, Volume 85, October 2021.
- Flavonoid intake and risk of chronic diseases. The american journal of clinical nutrition, 76 (3) (2002), pp. 560-568.
- Anthocyanins increase serum adiponectin in newly diagnosed diabetes but not in prediabetes: a randomized controlled trial. Nutrition & Metabolism, 17 (1) (2020).
- Regular chinese green tea consumption is protective for diabetic retinopathy: a clinic-based case-control study. Journal of diabetes research, 2015 (2015), pp. 1-7.
- Influence of flavonoid-rich fruit and vegetable intake on diabetic retinopathy and diabetes-related biomarkers. Journal of diabetes and its complications, 28 (6) (2014), pp. 767-771.
- Pycnogenol® for diabetic retinopathy. International ophthalmology, 24 (3) (2001), pp. 161-171.