Insufficienza renale, benefici della curcumina nelle fasi precoci

02 Febbraio 2022

Curcumina per rallentare la progressione dell’insufficienza renale cronica (Irc) con un’azione, tra l’altro, diretta anche sul microbiota intestinale. Un’area di studio che comincia a dare evidenze sperimentali, come confermato da un recente studio clinico italiano pubblicato su Nutrients. Ne abbiamo parlato con Laura Soldati, docente di Scienze dietetiche applicate all’Università di Milano e coordinatrice della ricerca.

P.ssa Soldati, come mai un interesse verso l’impiego di curcumina in soggetti con Irc?

Parliamo di una malattia cronica caratterizzata da una progressiva perdita della funzione renale. È legata all’invecchiamento e come conseguenza di alcune patologie croniche, come ipertensione e diabete. In ragione di ciò, è estremamente diffusa, con una prevalenza a livello mondiale del 13,4%. La conseguenza più diffusa è l’aumentata mortalità cardiovascolare, soprattutto nei pazienti in dialisi e quindi è di grande interesse trovare metodi farmacologici e nutrizionali che possano rallentarne la progressione. In questo ambito, è nato il nostro interesse verso la curcumina, nota per le sue proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.

Ci racconta che tipo di studio avete condotto?

Si tratta di uno studio pilota su 24 soggetti affetti da Irc di grado moderato e 20 controlli sani di pari età e genere. Ai pazienti venivano forniti consigli nutrizionali e un supplemento di curcumina Meriva® per sei mesi. I pazienti erano controllati all’inizio e dopo tre e sei mesi di supplementazione, con misurazione di parametri dello stato nutrizionale, infiammatorio, ossidativo e del microbiota intestinale. L’obiettivo era di osservare i potenziali benefici di un tipo di curcumina con un alto grado di assorbimento, grazie ai gruppi di fosfolipidi che ne facilitano l’assorbimento intestinale.

Che risultati avete potuto osservare?

La curcumina ha ridotto significativamente alcuni mediatori plasmatici di infiammazione, quali Ccl-2, Ifm-gamma, Il-4 e la perossidazione lipidica. Riguardo al microbiota intestinale, dopo sei mesi di supplementazione abbiamo osservato la diminuzione di Escherichia-Shigella, specie legate all’infiammazione e un aumento di Lachnocostridium, specie benefica per la salute, mentre già dopo tre mesi si aveva un aumento nella famiglia delle Lactobacillacee. Non abbiamo osservato eventi avversi, confermando la sicurezza della supplementazione di curcumina in questo tipo di pazienti.

Alla luce dei dati emersi, quali suggerimenti pratici se ne possono trarre?

Il nostro studio pilota ha mostrato promettenti benefici della supplementazione con curcumina nei pazienti con Irc, diminuendo alcuni parametri indici di infiammazione e migliorando le condizioni del microbiota intestinale, senza provocare effetti avversi. È una conferma delle proprietà antinfiammatorie del componente attivo della spezia turmerica, già ampiamente dimostrate in studi in vitro. La supplementazione può essere utile per migliorare lo stato di salute e di benessere in questo tipo di pazienti. Occorrono studi più ampi per dimostrare se la curcumina può anche concorrere a rallentare la progressione della patologia.  

Nicola Miglino

 

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