Ne abbiamo parlato con Olga Vaccaro, docente di Endocrinologia e malattie del metabolismo alla Federico II e coordinatrice del lavoro.
P.ssa Vaccaro, da dove nasce, innanzitutto, l’idea della review?
Un consumo elevato di grassi di origine animale è stato associato a un aumento del rischio di eventi cardiovascolari di natura arteriosclerotica come, per esempio, l’infarto del miocardio. Questo effetto è in gran parte mediato dall’aumento dei livelli di colesterolo indotto dal consumo dei grassi saturi. I prodotti lattiero-caseari sono un’importante fonte di grassi saturi e sono ampiamente consumati. Attualmente, le indicazioni nutrizionali per la prevenzione delle malattie cardiovascolari raccomandano di limitare il consumo di prodotti lattiero-caseari, specialmente quelli più ricchi in grassi, preferendo quelli scremati. Tuttavia, stiamo parlando di una classe molto eterogenea di alimenti che si diversificano non solo per quanto riguarda il contenuto di grassi, ma anche di altri componenti con potenziali effetti sulla salute cardiovascolare. In questo studio abbiamo condotto un’esaustiva valutazione della letteratura scientifica relativa al consumo di diversi prodotti lattiero-caseari rispetto alla loro associazione con eventi e fattori di rischio cardiovascolari.
Come avete organizzato lo studio?
Mediante l’utilizzo di parole chiave, è stata condotta una ricerca sistematica nelle principali banche-dati elettroniche di lavori scientifici al fine di identificare gli studi che valutavano la relazione con gli eventi cardiovascolari del consumo di prodotti lattiero-caseari, considerati nel loro insieme o come singoli gruppi alimentari, sia interi che scremati. Inoltre, abbiamo ricercato e analizzato anche tutti gli studi che riportavano un’associazione del consumo di questi alimenti con i principali fattori di rischio cardiovascolare come sovrappeso, ipertensione arteriosa, aumento di livelli di colesterolo e trigliceridi nel plasma e iperglicemia. Dopo una attenta revisione dei lavori disponibili fino al 30 aprile 2021, abbiamo selezionato 37 articoli inerenti sia studi di osservazione sia studi clinici controllati.
Avete, dunque, valutato gli effetti del consumo di latticini su diversi indicatori: quali risultati avete potuto osservare?
Nel complesso i dati indicano che un moderato consumo di prodotti lattiero-caseari, circa 200 g al giorno considerando tutti i prodotti, cioè latte, yogurt e formaggi, non si associa a un peggioramento dei fattori di rischio per malattia cardiovascolare. Sull’aumento del peso corporeo gli effetti sono marginali e dovuti più che altro al contenuto calorico complessivo della dieta. Per quanto riguarda la pressione arteriosa, non c’è evidenza di effetti negativi del consumo di prodotti lattiero-caseari sia interi che scremati, mentre il consumo di yogurt e latte fermentato si associa a una modesta riduzione della pressione arteriosa. Gli effetti sulla glicemia sono evidenti soprattutto per i prodotti fermentati e addizionati di probiotici, come per esempio lo yogurt, che si associa a modeste riduzioni della glicemia, mentre per gli altri prodotti non si osserva alcun effetto. Anche per quanto riguarda i livelli di colesterolo nel sangue il consumo di prodotti fermentati si associa a una modesta riduzione.
Sottolineate come sia opportuno differenziare gli effetti degli acidi grassi saturi da quelli di altri nutrienti: in che modo?
I prodotti lattiero-caseari sono un gruppo di alimenti piuttosto complesso in cui sono raggruppati alimenti con differente composizione quali/quantitativa in acidi grassi e altre sostanze, dipendendo anche dalle tecniche di lavorazione e stagionatura quali, per esempio, fermentazione, e salagione. Tra le varie sostanze presenti, sicuramente il contenuto in calcio e vitamine svolge un ruolo benefico sulla salute cardiovascolare. Tuttavia, anche il contenuto in probiotici non è da sottovalutare per l’impatto che questi hanno sul microbiota intestinale e, di conseguenza, sulla riduzione del rischio cardiovascolare. Questo spiega come anche gli effetti metabolici dei singoli alimenti possano essere differenti e non dipendano solo dal contenuto di acidi grassi.
Quali raccomandazione si sente di suggerire, alla luce delle vostre conclusioni?
I dati analizzati indicano che per le persone adulte senza particolari problemi di salute un consumo globale di prodotti lattiero-caseari fino ad un massimo di 200 g al giorno, inclusivo di latte, formaggi, yogurt, interi o scremati, non ha effetti negativi sul rischio di eventi cardiovascolari. Alcuni specifici prodotti come i formaggi fermentati in quantità non eccedenti i 50 g al giorno, o lo yogurt, fino a circa 200 g al giorno, si associano a un miglioramento di diversi parametri metabolici, dalla glicemia, alla pressione arteriosa, al colesterolo, e a una riduzione dell’incidenza di infarti cardiaci. Questi suggerimenti vanno tuttavia applicati nel contesto di una dieta complessivamente equilibrata con un sufficiente apporto di verdure, frutta e legumi e con un contenuto calorico adeguato alle necessità della persona.
Nicola Miglino