Utili e sicuri, in particolare nelle condizioni di cosiddetta pre-ipertensione, ma non tutti con le medesime evidenze scientifiche e mai da utilizzare al posto dei farmaci, se non in aggiunta. I nutraceutici rappresentano una risorsa in più nell’armamentario del clinico, così come ribadito dalla Società europea dell’ipertensione (Esh) che ha appena pubblicato un position paper sul Journal of Hypertension

Accordo commerciale tra Esserre Pharma e Perrigo per la distribuzione, da parte di quest’ultima, in 26 paesi europei del nutraceutico a base di estratti di bergamotto, carciofo e fitosteroli, brevettato per la gestione di elevati livelli di colesterolo, noto in Italia con il brand Colber e che Perrigo lancerà con marchio differente.

Testo rivolto innanzitutto agli studenti universitari che afferiscono non solo al corso di laurea in Scienze della nutrizione umana, ma anche a Medicina, Dietistica, Scienze infermieristiche, Scienze nutraceutiche nonché a tutti coloro che, per esigenze culturali o per motivi professionali, sono interessati alle problematiche nutrizionali.

Integratori, fitoterapici, nutraceutici, superfood sono termini ormai di uso quotidiano. Funzionano davvero? Quante volte ricorre questa domanda e cosa fare di fronte alla vastissima offerta del mercato? Con “Bacche, superfrutti e piante miracolose. Il mondo degli integratori e dei cibi dalle mille promesse” (Mondadori, 300 pp., 17 euro), Renato Bruni, docente di Botanica farmaceutica all'Università di Parma, sottolinea come la questione sia tutt'altro che semplice. Anche chi fa ricerca scientifica fa fatica a dare risposte immediate e definitive sui singoli casi.

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