Così la commissaria alla Salute, Stella Kyriakides: “L’Ue proporrà un’etichettatura nutrizionale obbligatoria e armonizzata nella parte anteriore della confezione per consentire ai consumatori di fare scelte alimentari informate, sane e sostenibili. Siamo pronti a sostenere gli Stati membri nel favorire i loro sforzi sulla riformulazione e sull’attuazione di politiche efficaci per ridurre la commercializzazione di prodotti alimentari malsani”. A questo proposito, inoltre, “la Commissione sta intraprendendo una revisione della politica di promozione dei prodotti agricoli, nell’ottica di potenziare il proprio contributo alla produzione e al consumo sostenibili e in linea con il passaggio a una dieta con più frutta e verdura e meno carni rosse e lavorate e altri alimenti legati al rischio di cancro”.
Nel mirino, dunque, carni rosse e salumi ma anche l’alcol. Il progetto partirà nel 2022-2023 e ci saranno fondi per gli Stati membri per uniformarsi per 4 miliardi di euro. Potrebbero comparire scritte come sui pacchetti di sigarette e chi non rispetterà la direttiva europea vedrà meno le risorse destinate al piano di prevenzione.
La scelta ha scatenato la rabbia dei produttori. Il vino, però, pare non sarà etichettato. Ci ha pensato Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione UE, a scongiurare il rischio: “L’Ue non ha intenzione di proibire il vino, né di etichettarlo come una sostanza tossica, perché fa parte dello stile di vita europeo”.
Così Ettore Prandini, presidente della Coldiretti, in una lettera inviata al Commissario europeo per gli affari economici Paolo Gentiloni: "L'Unione europea vuole cancellare i fondi per la promozione di carne, salumi e vino, prevedendo su questi prodotti etichette allarmistiche come per i pacchetti di sigarette. Una proposta che nasce con la scusa di tutelare la salute che, invece, va salvaguardata promuovendo una dieta equilibrata e varia, senza criminalizzare singoli alimenti. Una scelta che colpisce prodotti simbolo del Made in Italy come il vino, di cui l'Italia, principale produttore, è il più ricco di piccole tipicità tradizionali, che hanno bisogno di sostegni per farsi conoscere sul mercato, e che rischiano invece di essere condannate all'estinzione".
Nicola Miglino