Così Arrigo Cicero, presidente della Società italiana di nutraceutica (Sinut): “La recente epidemia di Covid ha spinto l'attenzione di ricercatori o meno a esprimere opinioni circa la possibilità che la supplementazione nutrizionale possa essere difensiva nei confronti dell'infezione da coronavirus. In verità, abbiamo poche informazioni a disposizione per giungere a conclusioni precise in tal senso, anche se dati preliminari suggerirebbero una certa potenziale efficacia di vitamina D e zinco. Il problema, però, si è esteso a un tema più ampio. Ora abbiamo fautori della supplementazione per la stimolazione aspecifica del sistema immunitario, quindi indirettamente anche contro infezioni da coronavirus, e detrattori della stessa come totalmente inutile. In realtà, il secondo atteggiamento è antiscientifico per due serie di motivi. Da un lato esistono dosi minime raccomandate di vitamine e minerali per i quali è approvato dagli enti preposti un health claim relativo all'efficienza del sistema immunitario. Un recente studio statunitense mostra come il 45% degli americani non assuma quantità sufficienti di vitamina A, il 46% di vitamina C, il 95% vitamina D, l'84% vitamina E e il 15% di zinco. Dall'altra parte, recenti e sempre più numerosi studi clinici randomizzati in doppio cieco suggeriscono un impatto positivo sulla funzione immune di aminoacidi essenziali, alcuni probiotici, micoterapici e alcuni fitoterapici. È solo necessario studiare e aggiornarsi.”
Fabio Firenzuoli, direttore del Centro di riferimento per la Fitoterapia della Regione Toscana e Docente di Fitoterapia e Fitovigilanza all’Università di Firenze: “In questo caso non concordo affatto con Silvio Garattini. Non solo la tradizione e l’esperienza clinica, ma anche la scienza, quella di cui va giustamente fiero Garattini, e io con lui, confermano che numerose sono le piante che ci aiutano a mantenere la buona efficienza del nostro sistema immunitario. Che esistano dati sull’efficacia di piante reperibili anche in integratori, così come in alcuni medicinali, lo dicono la letteratura e le autorità sanitarie europee che autorizzano l’uso di alcuni botanicals anche all’interno di integratori. Certamente ci sono integratori che non servono a nulla, come ci sono farmaci che non servono a nulla, ma sulla efficacia di estratti di Echinacea, Cistus, Sambucus, Andrographis e altre ancora ormai ci sono dati che confermano il loro ruolo nella prevenzione e cura dei primi sintomi. In attesa, quindi, di terapie specifiche, insieme alle misure di precauzione fondamentali quali mascherina, distanziamento sociale e igiene personale, la prevenzione è d’obbligo, con tutto quello che serve, buon senso e scienza, nella quale sta di diritto anche l’uso delle erbe medicinali”.
Nicola Miglino