Fino al 55% dei pazienti Covid-19 a rischio malnutrizione

11 Novembre 2020

Il 30% dei pazienti guariti da Covid-19 arriva a perdere sino anche più del 5% del peso corporeo e oltre la metà è a rischio di malnutrizione. Questi i risultati di uno studio condotto all’Ospedale San Raffaele di Milano e pubblicato su Clinical Nutrition.

Il team di ricercatori, guidati da Caterina Conte, docente di Medicina Interna presso l’Università telematica San Raffaele Roma, ha valutato, nel periodo 7 aprile-11 maggio 2020, l'incidenza di perdita di pesomalnutrizione in 213 pazienti Covid-19 ricoverati (73%) o gestiti a domicilio (27%), rivalutati a tre settimane dalla remissione clinica della malattia. Nel 70% dei casi si trattava di persone obese o in sovrappeso al momento della diagnosi.

Sulla base dei risultati del Mini nutritional assessment, il 54,7% e 6,6% dei pazienti è risultato a rischio di malnutrizione o francamente malnutrito. Peraltro, tutti coloro che erano stati ricoverati in terapia intensiva si sono rivelati a rischio di malnutrizione.

Circa il 30% dei pazienti studiati aveva perso più 5% del peso corporeo iniziale, con una riduzione mediana di 2,3 punti di indice di massa corporea in un decorso clinico medio di 32 giorni. Chi aveva perso peso presentava, in aggiunta, un maggior grado di infiammazione sistemica, compromissione della funzione renale e maggiore durata della malattia.

“La prognosi di malattia è correlata con lo stato nutrizionale del paziente” sottolineano gli Autori. “Il nostro studio, da una parte evidenzia la necessità di implementare strategie nutrizionali per i pazienti ospedalizzati, in particolare quelli in terapia intensiva o con età avanzata e comorbilità. Dall’altra, però, evidenzia che anche i pazienti domiciliari necessitano di consulenza, anche attraverso strumenti a distanza, su come mantenere un adeguato apporto di calorie, proteine ​​e liquidi”.

Il commento di Maurizio Muscaritoli, presidente della Società italiana di nutrizione clinica: "Vediamo, dunque, come non sia solo il ricovero a rappresentare un fattore di rischio. Anche i pazienti che possono essere curati a casa presentano stati di malnutrizione e perdita di peso, verosimilmente dovuta a una perdita di massa magra. Le alterazioni dell'olfatto e del gusto, così come l'affaticamento e gli aspetti psicologici, sono sintomi prevalenti nei pazienti Covid-19 che possono influenzare negativamente l'assunzione di cibo. Il confinamento in casa può limitare l'attività fisica, portando alla perdita di massa magra e mettendo il paziente a rischio di sarcopenia, la riduzione di massa e forza muscolare, che può avere svariati effetti negativi. Anche la risposta infiammatoria sistemica tipica dell'infezione ha la potenzialità di provocare malnutrizione persino nei pazienti non ricoverati e trattati a domicilio. Come suggerito dalla Società europea di nutrizione clinica e metabolismo, la prevenzione, la diagnosi e il trattamento della malnutrizione dovrebbero essere considerati nella gestione dei pazienti Covid-19 per migliorare la prognosi sia a breve che a lungo termine”.

Alessio Molfino, docente di Medicina Interna all’Università La Sapienza di Roma: “Confrontando i pazienti con o senza perdita di peso, il gruppo di ricercatori del San Raffaele di Milano ha scoperto che coloro che hanno perso peso avevano una maggiore infiammazione sistemica una peggiore funzione renale e durata della malattia più lunga. La durata della malattia, che riflette infiammazione e gravità, era in grado di predire la perdita di peso. L'infiammazione sistemica acuta colpisce diverse vie metaboliche e ipotalamiche che contribuiscono all'anoressia e alla diminuzione dell'assunzione di cibo, nonché all'aumento del dispendio energetico a riposo e del catabolismo muscolare a cui si aggiungono risposte neuroinfiammatorie persistenti che possono perpetuare infiammazione e deperimento anche dopo la fase acuta. Nella coorte di pazienti, la perdita di peso si è verificata in un tempo relativamente limitato, a conferma che anche brevi periodi di riposo a letto inducono una marcata riduzione della sintesi proteica muscolare con conseguente perdita di massa muscolare scheletrica anche negli individui di mezza età. Il fatto che i pazienti con sovrappeso/obesità abbiano perso una quantità significativa di peso e abbiano sviluppato o fossero a rischio di malnutrizione supporta la raccomandazione europee secondo le quali anche gli individui obesi dovrebbero essere sottoposti a screening per la malnutrizione e ricevere assistenza nutrizionale, perché la malnutrizione è definita non solo da un basso peso corporeo, ma anche da alterazioni della composizione corporea e riduzioni della massa muscolare scheletrica. L'obesità sarcopenica, ovvero la coesistenza di massa grassa in eccesso e sarcopenia, è una complicanza dell'obesità prevalente e spesso sottovalutata che può associarsi ad una prognosi peggiore”.

Nicola Miglino

 

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