Si stima che il 60% degli adulti abbia livelli insufficienti di vitamina per la costruzione delle ossa e la carenza di estrogeni nelle donne in perimenopausa è associata a livelli ridotti di vitamina D. È stato anche dimostrato che uno stile di vita sedentario e la mancanza di esposizione al sole contribuiscono alla carenza di vitamina D nelle donne in perimenopausa. In questo nuovo studio, i ricercatori hanno cercato di indagare l'effetto dei livelli di vitamina D sugli esiti funzionali e sui fattori di rischio del dolore da moderato a grave nelle donne in postmenopausa dopo la sostituzione totale del ginocchio. La procedura è spesso raccomandata per il trattamento dell'artrosi avanzata del ginocchio quando il trattamento non chirurgico non è più efficace. Sebbene l’intervento sia sicuro, molte donne sperimentano dolore postoperatorio.
La ricerca ha preso in esame i dati di 226 donne operate tra aprile 2017 a dicembre 2019, suddivise in due gruppi in base ai livelli sierici preoperatori di 25-idrossivitamina D: quello considerato “normale” (≥ 30 n/ mL) e quello “carente” (< 30 ng/mL). Sono poi andati a verificare il grado di dolore post-operatorio misurato con diversi test specifici (Scala analogica visiva, Western Ontario and McMaster universities arthritis index, Knee society score).
La differenza nel punteggio del Western Ontario and McMaster universities arthritis index tra i “normali” e “carenti” è risultata statisticamente significativa (15,3 ± 0,7 vs 15,6 ± 0,7: P = 0,02). La scala analogica visiva e il Knee Society Score non hanno invece evidenziato scostamenti significativi (P > 0,05).
Ulteriori sottoanalisi hanno poi evidenziato da una parte, l'alta prevalenza (67,3%) di ipovitaminosi D nelle donne in postmenopausa candidate a intervento di artroprotesi del ginocchio e, dall’altra, un effetto indipendente sul grado di dolore post-operatorio di fattori di rischio quali deficit di vitamina D, fumo e Bmi elevato.
"Lo studio, oltre che rilevare un effetto indipendente di fattori chiave sul dolore postoperatorio, evidenzia come una carenza di vitamina D prima dell’intervento possa essere prognostica di esiti funzionali peggiori, suggerendo ai clinici di tenere conto di tutti questi elementi modificabili prima di procedere chirurgicamente”.
Nicola Miglino