Usa, un bambino su due ricorre a supplementi contro dieta sbilanciata

27 Aprile 2022

Negli Stati Uniti, un genitore su due dichiara grandi difficoltà nel far seguire una dieta corretta e bilanciata ai propri figli, tanto che è frequente il ricorso a una supplementazione compensativa.

Questi i risultati di un sondaggio promosso dal C.S. Mott Children’s Hospital dell’Università del Michigan su un campione rappresentativo di 1.251 genitori statunitensi di bambini tra 1 e 10 anni.

Il 52% degli intervistati ha rivelato problemi con la nutrizione dei propri figli, vuoi perché definiti “pigri e schizzinosi” (35%), o perché non propensi a consumare adeguatamente frutta e verdura (31%), o ad assumere quantità soddisfacenti di vitamine e minerali (13%) e fibre (9%).

Sei su dieci ammettono difficoltà nel far seguire una dieta sana ai propri figli e quasi uno su due riconosce anche difficoltà economiche per poterselo permettere.

La maggior parte fa ricorso, anche solo occasionalmente, a integratori, in particolare multivitaminici (78%), probiotici (45%), Omega-3 (22%) o vitamine (44%) e minerali (25%) specifici. Nel 52% dei casi, l’assunzione viene dichiarata regolare.

I prodotti scelti sono generalmente quelli suggeriti per l’età pediatrica (80%) ma soltanto il 43% dei genitori si confronta con il proprio pediatra sull’argomento.

Una suddivisione del campione per reddito evidenzia come famiglie sopra i 100 mila dollari/anno utilizzino decisamente di più gli integratori rispetto a quelle sotto i 50 mila (57% vs 44%), ricorrendo maggiormente a formulazioni specifiche per i più piccoli (73% vs 63%) e confrontandosi di più con lo specialista (47% vs 39%).

Tra i criteri di scelta dei prodotti, gli effetti collaterali (87%), la disponibilità di dati su sperimentazioni in questa fascia d’età (85%), il meccanismo d’azione (82%) e le raccomandazioni dei pediatri (65%).

"Una dieta equilibrata è in grado di fornire ai bambini i nutrienti di cui hanno bisogno per una crescita e uno sviluppo sani", sottolinea Sarah Clark, coordinatrice della ricerca. "Per molti genitori, però, è difficile convincere i figli a mangiare cibi sani. Oltretutto, gli alimenti freschi e più salutari sono spesso decisamente più costosi di quelli pronti o trasformati, abbondanti in sodio e zuccheri aggiunti. Il nostro sondaggio rileva che, in molti casi, la soluzione alternativa è rappresentata dal ricorso a integratori alimentari, senza però un adeguato confronto con il pediatra, che dovrebbe invece sempre indagare le abitudini alimentari dei più piccoli, individuando possibili carenze nutrizionali suggerendo i prodotti giusti da utilizzare, in relazione a sicurezza ed efficacia”.

Nicola Miglino

 

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