Sale, pericolo per le arterie anche nei normotesi

11 Aprile 2023

Un eccesso di sale nella dieta facilita la formazione di placche aterosclerotiche nei vasi di cuore e collo, con maggior rischio di infarto e ictus, anche nei normotesi. A sottolinearlo, uno studio pubblicato sull’ European heart journal – Open, il primo, di questo tipo, a esaminare l'associazione tra consumo di sale e aterosclerosi dei vasi a livello di collo e cuore. Una correlazione, tra l’altro, di tipo lineare: più sale si consuma, più l’aterosclerosi si fa significativa.

La ricerca è stata condotta su 10.778 adulti di età compresa tra 50 e 64 anni (52% donne) coinvolti nello Swedish cardiopulmonary bioImage Study (Scapis). Il consumo di sale è stato determinato tramite valutazione dell’escrezione urinaria. Con Angio-Tc si sono valutate la quantità di calcio nelle arterie (Cacs) e la stenosi dei vasi cardiaci classificata come: assente, non significativa (restringimento inferiore al 50%) e significativa (restringimento superiore al 50%). I partecipanti hanno anche eseguito un'ecografia delle arterie carotidi e sono stati divisi in tre gruppi: nessuna placca, placca in un vaso e placca in entrambi i vasi.

Dopo aggiustamento per età, sesso e area geografica, l'aumento del consumo di sale è stato collegato all'aumento graduale dell'aterosclerosi a livello di collo e cuore. Per ogni grammo di aumento dell'escrezione di sodio si evidenziava un peggioramento di placca carotidea, Cacs e stenosi coronarica rispettivamente del 3, 4 e 4%.

Così Jonas Wuopio, dell’Università di Uppsala, coordinatore della ricerca: “I risultati mostrano che più sale si consuma, maggiore è il carico di placche aterosclerotiche nelle arterie di cuore e collo. L'aumento della pressione arteriosa sembra essere un importante meccanismo alla base di questi risultati. È interessante notare, però, che i risultati si sono rivelati sovrapponibili anche quando abbiamo ristretto le nostre analisi ai partecipanti con pressione arteriosa normale, inferiore a 140/90 mmHg o a quelli senza malattie cardiovascolari note. Ciò significa che non sono solo i pazienti con ipertensione o malattie cardiache a dover controllare l'assunzione di sale. Le evidenze rafforzano il consiglio dell'Oms e di molte società scientifiche di ridurre al minimo il consumo di sale. Ci si può aiutare sia limitando l'uso del sale da cucina sia utilizzando un sale iposodico, contenente il 70-80% di cloruro di sodio e il 20-30% di cloruro di potassio: studi significativi hanno dimostrato che questo approccio è vantaggioso per la salute del cuore”. (n.m.)

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