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Benessere del microcircolo: ruolo degli antociani e dei frutti che li contengono

10 Giugno 2024

In collaborazione con Esserre

Il microcircolo consiste in una fitta rete di vasi sanguigni di piccolo calibro (arteriole, capillari, venule) funzionalmente connessa con l’interstizio e vasi linfatici, con cui collabora al mantenimento dell'omeostasi dei tessuti e dell'intero sistema cardiovascolare. Il microcircolo assicura l'apporto di nutrienti e ossigeno ai tessuti, l’eliminazione delle scorie metaboliche e regola anche la perfusione tissutale.

Alterazioni del microcircolo sono alla base dello sviluppo di disturbi venosi e della progressione dei disturbi trofici della pelle. Disfunzioni microvascolari possono provocare un'anomalia nella perfusione tissutale e nell'apporto di ossigeno, creando uno squilibrio nella domanda-offerta metabolica che può portare all'ipossia tissutale con conseguenti cambiamenti morfologici e funzionali a carico dell’endotelio.

Antociani: struttura chimica e dove trovarli

Gli antociani (o antocianine) giocano un ruolo chiave nel rafforzare e supportare il microcircolo. Si tratta di composti polifenolici (classe dei flavonoidi), responsabili del colore rosso-violetto e blu di molti fiori e frutti come l’uva, i frutti di bosco, le ciliegie, mele rosse ed anche di alcune verdure come melanzane, cavolo rosso o cipolla. Gliantociani contribuiscono ad attirare gli animali quando il fiore è maturo per l’impollinazione o il frutto è pronto per essere consumato e inoltre, assorbendo la luce, proteggono le piante dai raggi UV. Una caratteristica distintiva di questi pigmenti è la loro capacità di acquisire colori diversi in base al pH del vacuolo cellulare in cui si trovano.

La struttura chimica di base degli antociani è il catione flavilio a cui si legano gruppi idrossilici (-OH), metossilici (-OCH3), e uno o più zuccheri. Il termine antociani si riferisce al glicoside, mentre antocianidina si riferisce all'aglicone. Sono stati identificati e caratterizzati circa 23 agliconi, ma solo sei sono quelli più ampiamente distribuiti tra le piante: cianidina, delfinidina, malvidina, pelargonidina, peonidina e petunidina.

Antociani e microcircolo

L’effetto positivo degli antociani sul microcircolo lo si deve all’azione antinfiammatoria di questi polifenoli, che si espleta attraverso l’inibizione di alcuni fattori coinvolti nella risposta infiammatoria come Nf-Kb. Uno studio condotto su soggetti con sindrome metabolica ha dimostrato come l'integrazione di 320 mg/die di antocianine per 4 settimane ha ridotto l'espressione di alcune citochine proinfiammatorie tra cui TNF-α, IL-6, IL-1A,PCAM-1 e COX-2.

Le antocianine, per via della loro struttura chimica, sono potenti antiossidanti agendo come scavengers di radicali liberi e da ‘’quenchers’’ nei confronti dei ROS e di RNS. Inoltre, aumentano l’espressione di enzimi citoprotettivi antiossidanti tramite l’up-regoulation di Nr-F2. Nrf2 è un fattore di trascrizione responsabile dell'espressione costitutiva e inducibile degli elementi di risposta antiossidante (ARE), che regolano la trascrizione di geni che codificano per enzimi antiossidanti e detossificanti.

È stato poi dimostrato che questi flavonoidi proteggono la funzione endoteliale aumentando la produzione di ossido nitrico (NO), un effetto che facilita il flusso di sangue attraverso i microvasi, riducendone lo stress sulle pareti.

I dati in vivo, in particolare, suggeriscono che le antocianine (i loro metaboliti) ripristinano i livelli dell’enzima Ossido Nitrico Sintasi endoteliale (eNOS) nei ratti ipertesi o ne aumentano l'attività in modelli di aterosclerosi consolidati.  I dati in vitro indicano come le antocianine possano modulare e indurre la biodisponibilità di NO nelle cellule muscolari lisce attraverso la via Akt-eNOS in risposta a stimolatori infiammatori, tra cui la perossidazione lipidica.

Questi polifenoli modulano anche il disaccoppiamento di eNOS prevenendo la formazione di perossinitrito (ONOO) attraverso lo scavenging di specie reattive dell'ossigeno come il superossido (O2). Il risultato è una maggiore biodisponibilità di NO, migliorando dunque la funzione endoteliale.

A cura della redazione

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