“Un regime alimentare vario e personalizzato in base all’età e allo stile di vita rappresenta una valida strategia di prevenzione per alcune disfunzioni tiroidee, soprattutto quando arricchito con sale iodato, efficace a evitare le carenze di iodio, e con selenio, fondamentale per il metabolismo degli ormoni tiroidei e quindi per il buon funzionamento complessivo della ghiandola”, evidenzia Annamaria Colao, ordinario di Endocrinologia e Malattie del metabolismo Cattedra Unesco di Educazione alla salute e sviluppo sostenibile, Università degli Studi di Napoli Federico II. “Per incoraggiare la prevenzione e sensibilizzare l'opinione pubblica, è essenziale fare chiarezza su quali alimenti possano realmente influire sulla salute della tiroide, sgombrando il campo da fake news e falsi miti che persistono numerosi intorno a questi temi”.
Ne è un esempio la convinzione che eliminare il glutine dalla dieta possa migliorare la funzione tiroidea, anche in assenza di una diagnosi di celiachia o di sensibilità al glutine.
“In realtà, in condizioni normali eliminare il glutine non comporta alcun beneficio per la tiroide e al contrario se non gestito correttamente potrebbe determinare carenze nutrizionali”, continua Maria Grazia Castagna, Professore associato di Endocrinologia presso il dipartimento di Scienze mediche, chirurgiche e neuroscienze dell'Università di Siena. “È vero, tuttavia, che alcune forme di tiroiditi autoimmuni, in particolare la tiroidite di Hashimoto, si associano più frequentemente ad altre patologie autoimmuni come ad esempio la celiachia. Solo nel caso quindi in cui le due patologie coesistono è necessario adottare una dieta priva di glutine. In genarle, in caso di problematiche accertate, è sempre importante affidarsi ad uno specialista, evitando pericolose pratiche ‘fai da te”.
La Campagna “Dal Palato alla Tiroide” si inserisce all’interno di un progetto più ampio che vede nel sito latiroide.it un hub informativo con video pillole degli esperti, sezioni dedicate ai professionisti della salute e un servizio per richiedere il consulto telematico di uno specialista. La campagna sfata numerosi falsi miti sull'alimentazione, promuovendo consapevolezza e prevenzione delle malattie tiroidee attraverso informazioni chiare e aggiornate e un approccio molto pratico. È con questo spirito che è stato creato il ricettario “Dal Palato alla Tiroide”, pensato per chi desidera seguire un’alimentazione equilibrata, ricco di consigli e ricette per una dieta sana e bilanciata e adatta a chi soffre di disfunzioni della tiroide.
Tiroide, alimentazione e fake news
Di seguito, alcune delle domande più frequenti su tiroide e alimentazione, chiarite dagli esperti Sie.
Il consumo eccessivo di soia compromette la funzionalità tiroidea?
Gli alimenti a base di soia non alterano la produzione degli ormoni tiroidei in soggetti con una funzione tiroidea normale. Tuttavia, in caso di ipotiroidismo, i fitoestrogeni presenti nella soia possono influenzare l'assorbimento della levotiroxina, ma solo se consumati in quantità elevate. Per i pazienti in trattamento, è possibile continuare a consumare soia, a condizione che il farmaco venga assunto almeno 30-60 minuti prima del pasto.
La dieta priva di glutine migliora la salute della tiroide?
Una dieta priva di glutine è consigliata esclusivamente a chi ha una diagnosi confermata di celiachia o sensibilità al glutine, condizioni che possono coesistere con disturbi tiroidei di tipo autoimmune, come la tiroidite di Hashimoto. Eliminare il glutine non è quindi necessario per chi soffre di malattie della tiroide ma non presenta una diagnosi di celiachia. Infatti, il glutine non influisce sulla funzione tiroidea né sull'efficacia della levotiroxina. Di conseguenza, seguire una dieta gluten-free senza una reale esigenza medica non offre benefici specifici per la salute della tiroide2;3 ma al contrario può determinare delle carenze nutrizionali se non gestita correttamente.
Il sale iodato è dannoso per chi ha problemi di tiroide?
Contrariamente a quanto si possa pensare, lo iodio è un micronutriente essenziale degli ormoni tiroidei e il sale iodato è raccomandato per prevenire il gozzo endemico e altre patologie tiroidee legate alla sua carenza. L'assunzione di iodio è particolarmente importante per chi vive in aree geografiche con carenza naturale di questo elemento. La dose giornaliera raccomandata di iodio è di 150 microgrammi per la popolazione generale, mentre aumenta a 200-250 microgrammi per le donne in gravidanza. È bene tuttavia specificare che l’assunzione eccessiva di iodio può essere dannosa e peggiorare alcune condizioni tiroidee, come la tiroidite di Hashimoto o il morbo di Basedow-Graves. L'assunzione di integratori di iodio senza indicazione medica è quindi sconsigliata
I cibi ultra-processati possono influire sul benessere della tiroide?
Nei Paesi occidentali, una dieta ricca di calorie, grassi e proteine, elevati quantitativi di sale e zuccheri raffinati e a basso quantitativo di fibre, oltre a un frequente consumo di cibi ultra-processati e cibi acquistati nei fast food, è spesso preferita a regimi alimentari ricchi di frutta e verdura. Questa tipologia di alimentazione potrebbe influire sul rischio di malattie autoimmuni. Ridurre il consumo di proteine animali e di grassi e aumentare quello di alimenti di origine vegetale può rappresentare un’utile strategia per ridurre il rischio di malattie tiroidee autoimmuni. In particolare, una dieta mediterranea principalmente a base di verdure può rappresentare un modello alimentare sano nel quadro delle malattie autoimmuni.
Mangiare crucifere come cavoli e broccoli può essere dannoso per la tiroide?
Le verdure crucifere contengono goitrogeni, nutrienti che interferiscono con la produzione o l'utilizzazione dell'ormone tiroideo, interferendo con l’assorbimento dello iodio, ma ciò avviene solo se consumate in quantità eccessive e crude. Cotte, perdono buona parte di questi composti, riducendo notevolmente il rischio. Non è quindi necessario escludere completamente queste verdure dalla dieta privando l’organismo di nutrienti importanti.
L’eccessivo consumo di caffè e alcolici può incidere sulla funzionalità della tiroide?
Sebbene non esistano evidenze che l'eccessivo consumo di caffè influisca direttamente sulla funzionalità della tiroide, è importante notare che il caffè può interferire con l'assorbimento dei farmaci per l'ipotiroidismo, motivo per cui è generalmente consigliato aspettare almeno 30 minuti dopo l'assunzione del farmaco prima di bere caffè. Il consumo eccessivo di alcol potrebbe avere effetti negativi generali sulla salute endocrina. Il consumo di alcol può infatti alterare sia i livelli di ormoni tiroidei circolanti che la capacità della tiroide di produrre ormoni.
Andare al mare fa bene a chi soffre di patologie tiroidee legate alla carenza di iodio?
Certamente il mare, il sole e il riposo hanno un impatto positivo sul benessere generale e sono pertanto consigliabili a chiunque. Tuttavia, la quantità di iodio presente nell’aerosol marino influisce solo in minima parte sul fabbisogno totale, la cui fonte principale è invece costituita dall’alimentazione. Per questo motivo le vacanze al mare non rappresentano una soluzione ai problemi di ipotiroidismo né al contrario hanno alcun effetto significativo sui sintomi di ipertiroidismo.
I flavonoidi fanno bene o fanno male alla tiroide?
I flavonoidi, pigmenti vegetali presenti in alimenti come frutta, cereali, vino e tè, sono noti per le loro proprietà antinfiammatorie e antiossidanti. Tuttavia, alcuni studi suggeriscono che queste sostanze possano interferire con vari sistemi enzimatici, inclusi quelli legati alla funzione ormonale della tiroide. In particolare, i flavonoidi sembrano influenzare la sintesi, il metabolismo e il trasporto degli ormoni tiroidei. Nonostante ciò, effetti avversi significativi come il gozzo sono rari nei consumatori abituali di alimenti ricchi di flavonoidi. Questo potrebbe dipendere dalla limitata biodisponibilità dei flavonoidi nella tiroide umana, che ne riduce l'assorbimento e il metabolismo a livello intestinale.
L’assunzione di magnesio è necessaria al buon funzionamento della tiroide?
La tiroide e numerosi meccanismi del nostro organismo non possono operare correttamente senza un adeguato apporto di magnesio. Infatti, una sua carenza è spesso associata a condizioni come il gozzo o l'ingrossamento della ghiandola tiroidea. Il magnesio svolge poi un ruolo cruciale nel supportare l'azione dello iodio: quando i livelli di magnesio scendono, possono manifestarsi diversi sintomi riconducibili a patologie tiroidee. Perciò, è fondamentale garantire un'assunzione adeguata di questo minerale.
Il digiuno intermittente può migliorare i sintomi dell'ipotiroidismo?
Sebbene la ricerca in questo campo sia ancora limitata, alcuni studi suggeriscono che il digiuno intermittente o diete molto restrittive possano migliorare i sintomi dell'ipotiroidismo. Tuttavia, le restrizioni caloriche estreme possono rallentare ulteriormente il metabolismo e peggiorare la funzionalità tiroidea. In generale, per chi soffre di disturbi della tiroide è importante seguire una dieta equilibrata e personalizzata.
Nicola Miglino