La ricerca coinvolge 40 soggetti con forme lievi di demenza di Alzheimer per un periodo di 12 mesi ed è in cross over: due gruppi si alternano in periodi di sei mesi nell’assunzione dell’integratore. I soggetti coinvolti vengono valutati a sei e dodici mesi con test neuropsicologici. L’obiettivo è verificare se l’assunzione di antiossidanti possa contribuire a ridurre i fenomeni di neurodegenerazione.
L’Oleuropeina, fenolo contenuto nell’olio di oliva, e il glutatione biodisponibile hanno già dimostrato sia in vitro che su modelli animali, la capacità di ridurre l’aggregazione e la tossicità della peptide beta amiloide, suggerendo un loro potenziale ruolo protettivo nei confronti dei processi neurodegenerativi.
La malattia di Alzheimer (Ad) rappresenta fino all’85% di tutte le forme di demenza. Colpisce l’8-10% degli ultra-sessantacinquenni e il 32% degli ultra-ottantenni. Secondo le stime più recenti in Italia i malati di Alzheimer sono circa 900mila ed i nuovi casi sono stimabili in circa 80mila l’anno.
A coordinare il progetto di ricerca, Massimo Marianetti, Direttore medico scientifico, a Genzano, del Centro Alzheimer presso l’Istituto San Giovanni di Dio Fatebenefratelli.