Il potenziale di riduzione dello stress ossidativo di questo polifenolo, ampiamente distribuito in frutta e verdura, spiega la sua attività farmacologica ad ampio spettro e, a livello biochimico, diversi meccanismi sono stati associati alla influenza positiva sulla salute: normalizzazione del metabolismo lipidico e del profilo lipidico, regolazione dei mediatori proinfiammatori, come Il-6, Il-1β e Tnf-α, sovraregolazione del fattore 2 correlato al fattore nucleare eritroide 2 e inibizione dell'azione di Nf-κB.
L’acido ellagico, inoltre, esercita un'apprezzabile attività neuroprotettiva mediante la sua azione di scavenging dei radicali liberi, la chelazione del ferro, l'avvio di diverse vie di segnalazione cellulare e l'attenuazione della disfunzione mitocondriale e ha all’attivo numerose prove sperimentali che ne hanno dimostrato un potenziale terapeutico nella malattia di Alzheimer e nel Parkinson.
In uno studio che ha reclutato 150 uomini tra 45 e 55 anni, di cui 76
di peso normale e 74 in sovrappeso, 50 mg di acido ellagico al giorno per 12 settimane hanno mostrato di migliorare la funzione cognitiva, soprattutto nei soggetti sovrappeso, attraverso la normalizzazione del metabolismo lipidico, l'aumento del livello plasmatico di Bdnf e la riduzione della concentrazione di cortisolo nella saliva.
Altro possibile uso clinico si è dimostrato nel paziente con sindrome dell’intestino irritabile. Un recente studio clinico randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo, ha valutato due gruppi di intervento, 180 mg di acido ellagico al giorno (22 persone) o placebo (22 persone) per due mesi. I risultati emersi indicano un effetto benefico sulla qualità del sonno e sui sintomi gastrointestinali, attribuendo il risultato alle proprietà antiossidanti e antinfiammatorie del polifenolo.
Consapevoli che lo stress ossidativo può peggiorare lo stato glicemico, l’impiego terapeutico dell’agido ellagico è stato valutato anche in questo contesto. Sempre con un’integrazione di 180 mg al giorno, si è ottenuta una diminuzione significativa dei valori di glicemia, insulina, insulino-resistenza, emoglobina A1c, colesterolo totale, trigliceridi e lipoproteine a bassa densità. L'integrazione di acido ellagico (200mg/die) può essere utile anche nelle donne con sindrome dell'ovaio policistico, attraverso il miglioramento della resistenza all'insulina, dello stress ossidativo e dei livelli di ormoni sessuali.
Questo polifenolo presenta bassa solubilità e permeabilità, per cui sono stati sviluppati diversi sistemi di rilascio e preparazioni per migliorare la sua biodisponibilità. Questi approcci includono complessi acido ellagico-fosfolipidi, nanoparticelle a base di polimeri, nanomedicina (liposomi termosensibili) e gabbie metalliche di dimensioni nanometriche.
Silvia Ambrogio
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