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Integrazione vitaminica e parodontite: le evidenze scientifiche

12 Aprile 2022

Si stima che oltre il 60% della popolazione italiana soffra di parodontite, una malattia immunoinfiammatoria multifattoriale dovuta principalmente a un'infezione batterica del biofilm dentale e seguita da una risposta anomala dell'ospite, che porta alla distruzione dei tessuti parodontali.

È noto che i leucociti polimorfonucleati svolgono un ruolo fondamentale nella patogenesi: la loro infiltrazione del tessuto parodontale porta all'attivazione di molteplici vie di segnalazione e all'aumento della concentrazione di specie reattive dell'ossigeno nel sito di infezione.

Molti, quindi, gli integratori antiossidanti e antinfiammatori valutati in quest’ambito, a supporto dei più tradizionali interventi terapeutici.  

Evidenze sperimentali supportano il trattamento supplementare con antiossidanti come vitamina E, taurina e licopene, in grado di determinare miglioramento dei parametri parodontali clinici, aumento delle attività antiossidanti locali e sistemici e riduzione dei livelli di specie reattive dell'ossigeno locali e sistemiche, rispetto alla sola terapia parodontale non chirurgica a lungo termine.

I risultati più promettenti per il complesso delle vitamine B arrivano da uno studio randomizzato in doppio cieco controllato con placebo dove è stato testato l'effetto di un integratore del complesso vitaminico B (50 mg di B1, B5, B2, B3 e B6; 50μg di B12 e B7 e 400 μg di B9) post-intervento chirurgico. Dopo 30 giorni di trattamento, il supplemento ha portato a vantaggi clinici rispetto al placebo, sebbene la Ppd, ovvero la profondità di sondaggio parodontale, sia migliorata in modo simile in tutti i gruppi.  Ciò sosterrebbe l'uso di integratori del complesso vitaminico B come nutraceutici per ripristinare la salute parodontale, in combinazione con interventi chirurgici.

Dal momento che l'appropriata integrazione di vitamina C può portare a livelli più bassi di infiammazione grazie alle sue proprietà antiossidanti, il razionale di utilizzo in combinazione con la terapia parodontale non chirurgica è più che fondato. Studi sperimentali sulla gengivite hanno dimostrato che l'assunzione di acido ascorbico attraverso dieta o integrazione ha un forte effetto preventivo sulla riduzione del sanguinamento gengivale.

Dato, però, il numero limitato di studi controllati, è difficile accertare l'effetto della supplementazione di vitamina C sui parametri clinici utilizzati per valutare i risultati del trattamento parodontale. Una revisione sistematica condotta nel 2021 ha concluso che l'uso di vitamina C in aggiunta alla terapia non chirurgica non comporta un miglioramento clinicamente significativo della profondità di sondaggio delle tasche parodontali, un parametro di salute delle gengive, mentre nelle gengiviti l'integrazione ha mostrato un miglioramento dei parametri gengivali di sanguinamento e infiammazione. L'inclusione di integratori di vitamina C nei protocolli di trattamento potrebbe quindi non offrire alcun ulteriore beneficio clinico nel miglioramento dei risultati del trattamento nei pazienti con parodontite.

Le conseguenze nutrizionali dei livelli di vitamina D sulla salute parodontale è oggetto di intensi studi negli ultimi anni. Nel corso dei decenni, livelli più bassi di vitamina D sono stati associati a una maggiore distruzione parodontale e fasi di parodontite grave, mentre diversi autori hanno sostenuto l'idea che i pazienti con livelli più elevati di vitamina D subissero un minor sanguinamento. Inoltre, un lavoro del 2020 ha supportato un'associazione tra livelli sierici di vitamina D (misurati in ng/mL di 25(OH)D) e parodontite cronica. L'effetto della supplementazione di vitamina D in aggiunta al trattamento parodontale non chirurgico rimane invece ancora poco chiaro a causa della carenza di studi disponibili.

Silvia Ambrogio

Bibliografia

 

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