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Nutraceutica, approccio promettente in oftalmologia

08 Febbraio 2023

Condizioni oftalmiche molte diffuse quali presbiopia, cataratta e malattia dell'occhio secco beneficiano oggi di diversi nutraceutici. Le caratteristiche dei diversi tipi di integrazione sono fondamentali insieme alla concentrazione nutraceutica utilizzata per ottenere un risultato nelle malattie oculari.

Uno studio prospettico ha messo in evidenza nella presbiopia un effetto accomodante positivo con una miscela di erbe tradizionali cinesi, contenente wolfberry, più conosciuto come bacche di Goji (200 mg), Cassiae Semen (200 mg) e Dendrobium huoshanense (40 mg) in una singola capsula. È stato dimostrato che i semi di Cassiae potenziano la funzione parasimpatica dell'occhio, migliorando così la sua funzione accomodativa e la contrattilità del muscolo ciliare con il conseguente rilassamento delle fibre della zonula. Inoltre, Cassiae e wolfberry hanno potenti proprietà antiossidanti e possono svolgere un ruolo nell'abbassare la pressione intraoculare, alleviando ulteriormente i sintomi della presbiopia.

La funzione antiossidante di diversi nutraceutici è stata dimostrata, specialmente in studi osservazionali, per ridurre l'aggregazione delle proteine nel cristallino e, di conseguenza, l'incidenza e il rischio di sviluppare cataratta. Per esempio, l'uso di integratori multivitaminici, vitamina E o vitamina C per più di dieci anni ha comportato una significativa diminuzione del rischio di cataratta corticale con una riduzione delle probabilità di comparsa dello 0,4%.

Al contrario, sebbene la combinazione orale di vitamina C (300-600 mg) ed E (400 mg) abbia dimostrato di proteggere dall'opacità della lente, la prevenzione della cataratta del cristallino, specialmente di tipo nucleare, è stata raggiunta solo con alti livelli plasmatici di vitamina E (≥12,8 μg/ml).

Inoltre, è stata riportata una riduzione del 55% della cataratta nucleare dopo l'assunzione di >90 mg / die di vitamina E per ≥10 anni. Allo stesso modo, diversi autori hanno determinato l'effetto della sola vitamina C nella riduzione del rischio di cataratta ed è interessante notare che, in questo ambito di ricerca, nessun altro antiossidante, tra cui selenio, licopene e retinolo, ha ridotto significativamente il rischio.

Inoltre, la vitamina A e i carotenoidi hanno dimostrato di essere componenti chiave della visione umana. Per esempio, la combinazione di zeaxantina e luteina (13,8 ng/g) ha dimostrato di essere il carotenoide più importante del cristallino e della retina, insieme all'estere del retinolo (25,6 ng / g), al retinolo (38,1 ng / g) e, in una porzione molto minore, al β-carotene (<0,1 ng / g).

Diversi autori hanno scoperto che livelli più elevati di retinolo hanno un impatto inverso sul rischio di cataratta nucleare: anche quando presente un'associazione debole, il retinolo riduce il rischio di cataratta nucleare e subcapsulare posteriore con concentrazioni plasmatiche comprese tra 1,8 e 2,27 μmol/ml. Inoltre, lo sviluppo della cataratta corticale è stato limitato dopo la somministrazione orale di vitamina A per cinque anni. 

Dopo l'assunzione dietetica, concentrazioni plasmatiche di >0,041 μmol/L di zeaxantina e >0,27 μmol/L di luteina si associano a un ridotto rischio di cataratta nucleare e un'assunzione giornaliera di >6 μg/die di zeaxantina e luteina ha dimostrato di ridurre il rischio di cataratta del 18% nelle donne. Anche dosaggi superiori a 3 μg di zeaxantina e luteina per quattro anni hanno dimostrato di ridurre del 32% la prevalenza della cataratta nucleare.

Crescenti evidenze riguardanti la conoscenza della fisiopatologia della malattia dell'occhio secco hanno sollevato l'importanza dell'uso di nutraceutici e, in particolare, la carenza di vitamina A o Omega-3 è considerato oggi un importante fattore di rischio per il suo sviluppo. Molteplici studi clinici randomizzati e metanalisi hanno dimostrato l'efficacia dell'integrazione di Omega-3 e due metanalisi hanno confermato, mostrando un miglioramento dell'indice di malattia della superficie oculare, che valuta i sintomi attraverso un questionario di 12 voci, del tempo di rottura del film e il test di Schirmer. Purtroppo, ciascuno degli studi clinici randomizzati controllati ha utilizzato dosi diverse e la fonte degli Omega-3 differenti l'una dall'altra, influenzando potenzialmente l'efficacia di ciascun trattamento. Anche se l'Omega-3 ha mostrato un forte livello di evidenza nel trattamento della malattia dell'occhio secco, attualmente, non esiste una formulazione approvata dalla Fda, né una raccomandazione formale per l'uso di acidi grassi essenziali nel trattamento delle malattie degli occhi. Il dosaggio ottimale degli acidi grassi essenziali e la durata del trattamento costituiscono potenziali aree di interesse in oftalmologia.

Silvia Ambrogio

Biografia

  • Nutraceuticals: a promising therapeutic approach in ophthalmology. Nutrients 2022, 14(23), 5014;
  • Nutritional modulation of cataract. Nutr. Rev. 2014, 72, 30–47
  • Supplements and age-related eye conditions the beaver dam eye study. Ophthalmology 2008, 115, 1203–1208.
  • The relationship between antioxidant nutrient intake and cataracts in older people. Int. J. Vitam. Nutr. Res. 2006, 76, 359–366.
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