“Negli ultimi decenni le Evs sono state studiate estensivamente e rappresentano un’area di ricerca tra le più innovative e promettenti in ambito biomedico”, dice Fais. “Uno degli aspetti più interessanti è il loro ruolo nel mantenere una continua connessione tra cellule, organi e apparati, anche in organismi complessi come quello umano. Infatti, già sappiamo che nel nostro corpo, una volta rilasciate all’esterno di una cellula, le vescicole entrano nel torrente sanguigno, raggiungendo siti distanti e apparentemente disconnessi da quello di partenza. Sulla base di questi dati è stata formulata l’ipotesi che, proprio attraverso queste vescicole, gli organismi viventi mantengano un continuo dialogo all’interno degli stessi apparati e con apparati distanti, che è di vitale importanza per il mantenimento della cosiddetta omeostasi dinamica”.
L’attenzione del gruppo di ricerca guidato da Fais si è concentrata sulle nanovescicole derivate dalle piante, con aspetti comuni a quelle umane, come le dimensioni e la struttura morfo funzionale.
“La differenza sostanziale riguarda la capacità delle Evs vegetali di trasportare bioattivi necessari a vari processi metabolici del nostro organismo e i nostri risultati hanno dimostrato che tali bioattivi hanno piena funzionalità”, prosegue il ricercatore.
“Le nanovescicole derivate dalle piante, grazie soprattutto alla struttura lipidica che protegge il loro contenuto da agenti esterni, sono nanotrasportatori naturali per qualsiasi composto bioattivo, primi tra tutti quelli che trasportano naturalmente. Questa peculiarità aumenta molto sia la biodisponibilità che l’efficacia dei bioattivi contenuti nelle nanovescicole”.
Come noto, in ambito nutraceutico molti degli integratori presenti in commercio hanno limiti legati al basso livello di biodisponibilità, dovuti all’alta instabilità, alla termo- e foto-sensibilità e ai processi ossidativi che si attivano al contatto con l’aria.
“I nostri risultati hanno dimostrato che le nanovescicole ottenute da frutti e vegetali contengono una varietà di biomolecole di estrema importanza per la salute umana, e le stesse sono organizzate in una nanostruttura che rappresenta il maggior elemento di resilienza della pianta”, conclude Fais.
“I bioattivi contenuti comprendono quantità variabili di acido ascorbico, glutatione, superossido dismutasi e catalasi, che sia in esperimenti in vitro che in modelli animali hanno dimostrato una potente azione antiossidante. In particolare, gli esperimenti in vivo hanno dimostrato che la somministrazione per via orale di mix di nanovescicole provenienti da più frutti e vegetali, chiamati Exocomplex, è in grado di ripristinare le normali funzioni dell’organismo anche in seguito ad intossicazione acuta da H2O2. Tali risultati suggeriscono l’impiego degli Exocomplex in futuri approcci nutraceutici”. (n.m.)