È da queste premesse che nasce e si sviluppa l'idea di “Acquerelli dal Cilento. Storie di cibi attraverso la voce dei protagonisti” (Biomedia, 218 pp.; € 25), motivata dal desiderio di portare alla luce il lavoro di produttori e aziende agricole cilentane che hanno voluto e saputo nell'arco di due o tre decenni rendere disponibili risorse alimentari preziose e spesso straordinarie, in tutto rispondenti ai criteri di mediterraneità.
A parlarcene, Pasquale Strazzullo, medico nutrizionista, già ordinario di Medicina interna alla Federico II di Napoli e presidente della Società italiana di nutrizione umana (Sinu), co-autore del volume insieme a Franco Bevilacqua, giornalista, grafico, illustratore e vignettista, che ha accompagnato il racconto con magnifici acquerelli.
Prof. Strazzullo, perché parlare di Dieta mediterranea attraverso la voce di illuminate imprese dell’agroalimentare proprio nell’area dove Ancel Keys effettuò le proprie ricerche?
Abbiamo pensato che non ci fosse modo migliore per attualizzarne il valore se non dando voce al racconto dei protagonisti di azioni imprenditoriali nel rispetto del territorio e della cultura mediterranea, illustrando nel contempo, con la semplicità e la potenza degli acquerelli, il contesto, quello di alcuni piccoli comuni compresi nel Parco del Cilento, nel quale queste attività sono state realizzate.
Quale lezione trarre dai vostri racconti?
Ciò che emerge è che, dopo un periodo di disaffezione, sfiducia nei propri mezzi e ricerca di condizioni di vita più facili e remunerative lontano dalla propria terra d’origine, è avvenuto il piccolo o grande miracolo di un progressivo ritorno di giovani produttori o aspiranti produttori alle proprie radici e alla terra coltivata in passato dai propri genitori o spesso addirittura dai nonni. Si evince, però, chiaramente dall’ascolto delle loro voci che non si è trattato in alcun modo di un ritorno al passato, bensì dell’innesto di nuove idee e nuove tecnologie sul tessuto ancora vivo della tradizione: insomma una ripartenza, basata sì sul recupero di antiche sementi, antiche piante, antichi vitigni, ma decisamente orientata al futuro, all’insegna dei concetti di biodiversità, sostenibilità e imprenditorialità.
Qual è la reale potenzialità di queste iniziative e di queste aziende ai fini dello sviluppo di aree del meridione d’Italia come il Cilento, baciate dalla bellezza della natura ma poco considerate per quanto riguarda le capacità produttive e d’impresa?
La sfida, nel presente come nel prossimo futuro, sarà quella di dare continuità a questi sforzi con le prossime generazioni e, soprattutto, mettere a sistema questo universo di imprese individuali per dare origine a un modello di filiera alimentare che sia sostenibile, funzionale al benessere di una comunità quanto più possibile estesa e alla creazione di posti di lavoro stabili e dignitosi per i più giovani e non al servizio degli interessi della grande industria, delle multinazionali del cibo e delle maxi-catene di distribuzione. Speriamo che la pubblicazione di queste storie stimoli nei lettori la riflessione su questi temi. Al tempo stesso, siamo certi che il volume renderà merito, attraverso le illustrazioni che accompagnano e sottolineano il racconto, alla magnificenza di questo territorio, il Cilento, baciato sì dalla natura, ma anche nobilitato dalla straordinaria e, per molti, imprevedibile ricchezza di opere urbanistiche, architettoniche e artistiche, opera degli uomini e delle donne che hanno qui vissuto attraverso i secoli.
Nicola Miglino